Roma, 24 apr – Negli ultimi dodici anni lโEuropa ha attraversato due crisi epocali. La prima quella partita dal 2009 che ha rischiato seriamente di fare implodere lโUnione monetaria. La seconda รจ quella che stiamo vivendo oggi e che sta dimostrando, se mai ce ne fosse stato bisogno, lโincapacitร di dare risposte concrete e veloci per combattere la pandemia. Questo sia da un punto di vista sanitario che economico.
Anche tra gli euroentusiasti, quelli che โsenza lโEuropa non ce lโavremmo mai fattaโ si sta facendo strada, seppure a fatica, una piccola dose di scetticismo. Impossibile anche per loro negare lโevidenza, ma la giustificazione a tanta inefficienza รจ diventata โlโUnione Europea รจ imperfetta, ma non deve essere vista come una cosa statica bensรฌ come un processo che ci porterร ad una Europa integrata politicamente e fiscalmenteโ. Il Next Generation Eu, il farraginoso piano di aiuti spacciato come una pioggia di miliardi in regalo, รจ visto come un passo importante in quella direzione. La possibilitร di emettere debito in maniera comune, precondizione per una politica fiscale unitaria. Ma le cose non stanno veramente cosรฌ, e solo chi รจ poco informato o palesemente in malafede puรฒ affermare cose del genere.
Il ricorso contro il Next Generation Eu
Lโultimo esempio in ordine di tempo รจ dato dalla recente sentenza della Corte costituzionale tedesca che si รจ pronunciato su un ricorso fatto da unโassociazione privata.
Il gruppo Bรผndnis Bรผrgerwille, letteralmente lโalleanza dei cittadini, ha presentato una ingiunzione per fermare la ratifica da parte del Parlamento tedesco dellโaccordo Next Generatione Eu. Il quale, ricordiamo, deve essere approvato da tutti gli Stati membri. I promotori del ricorso sostengono che in base ai trattati sottoscritti lโUnione Europea non sia autorizzata a contrarre prestiti. Pur concordando con la necessitร di aumentare la spesa pubblica per combattere la pandemia, il Bรผndnis Bรผrgerwille vuole cosรฌ riaffermare il principio secondo cui ogni Stato debba essere responsabile per il proprio debito. Se la Germania fosse chiamata a rimborsare porzioni significative dei 750 miliardi del Next Generation Eu si andrebbe a violare la Costituzione tedesca.
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Alla base del ricorso vi era quindi il timore, da parte dellโassociazione, che in futuro la Germania si trovasse a dover rispondere delle eventuali insolvenze di altre nazioni. Paure condivise da tutti i famosi โPaesi frugaliโ e che vennero esposte anche in sede di definizione preliminare del piano. Inoltre si voleva ribadire che lโEuropa non รจ uno Stato Federale e che sono gli Stati membri a decidere sulla spesa pubblica. Qualsiasi spesa โcomuneโ non puรฒ dunque essere finanziata con debiti comune ma trovando le risorse necessarie, ovvero chiedendo maggiori contributi alle singole nazioni.
La sentenza della Corte costituzionale tedesca
La Corte costituzionale tedesca nella giornata del 26 marzo ha respinto questa ingiunzione, seppure in maniera provvisoria. Ovvero ad interim, provocando reazioni entusiastiche da parte degli europeisti di ogni latitudine, che considerano questo veto come una grande vittoria nonchรฉ un passo nella direzione di un’Unione europea piรน coesa e solidale. Andando a leggere le motivazioni della sentenza si scopre che le cose non stanno esattamente cosรฌ. E che il sogno europeista รจ destinato inevitabilmente a schiantarsi contro un muro.
Prima di tutto la Corte di Karlsruhe afferma che il ricorso presentato โnon รจ inammissibile e nemmeno chiaramente infondatoโ. Quindi il suo rifiuto non รจ basato su una mancanza di presupposti. Molto piรน semplicemente si รจ ritenuto che in un contesto drammatico come quello che stiamo vivendo, bloccare il Recovery Fund per poi procedere ad ulteriori valutazioni e magari sbloccarlo in un secondo momento, arrecherebbe piรน danni che non farlo partire pur rimanendo vigili ed aperti ad ulteriori analisi.
Nella sentenza di rigetto vi sono anche dei punti molto chiari. Si afferma ad esempio che il โdiritto allโautodeterminazione democraticaโ รจ inviolabile ed รจ il parlamento tedesco a decidere quello che lโEuropa puรฒ consigliare alla Germania. Non viceversa, essendo il Bundestag lโunico organo costituzionale preposto a prendere ogni decisione su entrate ed uscite di bilancio. Si ribadisce inoltre che รจ espressamente vietato dalla Costituzione tedesca la โcreazione di strumenti che prevedano una assunzione di responsabilitร per decisioni prese da altri Statiโ. Con tanti saluti al โdebito comuneโ piรน volte auspicato.
L’Europa “federale” destinata a rimanere una chimera
In pratica si stabilisce che la ratificazione del trattato da parte tedesca puรฒ procedere, specificando che la Germania non potrร in alcun modo essere chiamata a rispondere di eventuali insolvenze, che i fondi verranno usati esclusivamente per combattere le conseguenze della pandemia e che non potrร essere in alcun modo previsto una emissione di prestiti comuni da parte dell’Ue.
Il merito della sentenza della Corte costituzionale tedesca รจ quello di aver definitivamente chiarito che la tanto auspicata โEuropa Federaleโ che si avvia a grandi passi verso una politica fiscale comune, passo imprescindibile verso una vera Unione Politica, rimane per la Germania un progetto non solo assolutamente inaccettabile, ma costituzionalmente vietato.
Non rimane che rassegnarsi a mantenere per sempre il ruolo di sudditi secondari di una Europa germanocentrica. Oppure provare a trovare delle strade alternative per mettere fine al โsogno europeoโ che nel corso degli anni si รจ trasformato in un incubo.
Claudio Freschi