Napoli, 3 gen – I lavoratori della Whirlpool di Napoli possono dirsi soddisfatti. Anche a loro è stato concesso un rinvio. Un po’ come è avvenuto per i contribuenti che hanno ottenuto lo slittamento del termine di pagamento al primo marzo. La multinazionale americana attiverà la Cassa integrazione Covid per i lavoratori partenopei dall’inizio di gennaio fino alla fine di marzo (quando scadrà il blocco dei licenziamenti). Questo è quanto ha affermato il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, Alessandra Todde. Il problema però rimane. E soprattutto cosa c’entra la pandemia con la scelta di Whirlpool? Nulla. È solo modo di prendere tempo.
Whirlpool Napoli: un compromesso al ribasso
Nell’incontro convocato al Mise per risolvere la vertenza Whirlpool, il governo pensando di salvare capre e cavoli ha fatto ricorso alla Cig Covid fino al prossimo 31 marzo. Sembrerebbe un’ottima soluzione: nessun lavoratore rimarrà a gennaio senza stipendio e l’azienda si è impegnata ad erogare gli anticipi del relativo trattamento. C’è, però, qualcosa che torna. Intanto, ci vuole un bel coraggio per fidarsi della multinazionale americana. Poi, come ha sottolineato la Fiom: “In presenza del blocco dei licenziamenti la copertura economica degli stipendi dovrebbe essere in capo all’azienda. La cassa Covid-19, interamente a carico dello Stato da gennaio a marzo 2021, rappresenta un ulteriore risparmio per Whirlpool”.
Un grande affare! Anche in quest’occasione il Movimento 5 Stelle ha dato una grande prova di buon governo. Tuttavia tre mesi passano presto. E ad aprile che ne sarà dei dipendenti napoletani? La Todde si inventerà la cassa integrazione per gli operai vaccinati? Vedremo. Dai seguaci di Beppe Grillo ci aspettiamo di tutto. A parte gli scherzi, non possiamo permetterci di rinviare il problema con provvedimenti di questo tipo. Ci sono in ballo 400 dipendenti e oltre 800 lavoratori dell’indotto.
La proposta dell’Ugl Metalmeccanici
Palazzo Chigi se non sa farsi valere con la multinazionale americana deve trovare serie alternative. A questo proposito è interessante l’intervento del segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera. “Cosa succederà dopo, però, è tutto da verificare. Whirlpool certamente avvierà la procedura di licenziamento collettivo. Ancora però non sappiamo quali strumenti verranno utilizzati. Molto dipende in questo caso da cosa riusciranno a mettere in piedi il ministero dello Sviluppo economico e Invitalia. Se finalmente dovesse palesarsi un possibile e concreto acquirente, allora la gestione del post Whirlpool a Napoli sarebbe molto meno indolore. Si potrebbero, infatti, aprire scenari nuovi, con un bilanciamento fra politiche passive, vale a dire cassa integrazione straordinaria, e politiche attive, con un possibile accesso al fondo nuove competenze. Altrimenti, senza acquirente, le ipotesi si riducono drasticamente”.
Ora la palla passa a Conte. È il governo che deve mettere in piedi una politica industriale soprattutto al Sud. In assenza di una programmazione di lungo periodo continueremo ad essere terra di conquista, non per la “cattiveria” altrui ma a causa dell’incapacità della nostra classe dirigente.
Salvatore Recupero