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È l’Africa il nuovo terreno di scontro della guerra economica fra Usa e Cina

by Giuseppe Gagliano
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Roma, 22 apr – Overseas Private Investment Corporation (Opic), l’agenzia finanziaria per lo sviluppo del governo degli Stati Uniti, prevede di raddoppiare gli investimenti in Africa a 12,4 miliardi di dollari per contrastare la crescente influenza della Cina sul continente.

Budget raddoppiato

Nell’ottobre 2018, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato una legge per aumentare il budget dell’Opic da 29 a 60 miliardi per consentire all’agenzia di aumentare la sua capacità di finanziare progetti nei paesi paesi in via di sviluppo, e più in particolare in Africa.

Questa decisione arriva quando Pechino moltiplica i suoi investimenti in Africa. La Cina ha infatti annunciato nel settembre 2018 che avrebbe fornito altri 60 miliardi di dollari in finanziamenti ai paesi africani. La dotazione include 20 miliardi di dollari in linee di credito, 15 miliardi di dollari in sovvenzioni, prestiti senza interessi e agevolati, 10 miliardi di dollari in fondi speciali e 5 miliardi di dollari per sostenere le importazioni da dell’Africa.

L’Africa fronte della guerra economica

Come abbiamo avuto modo di ribadire più volte, il continente africano si sta posizionando sempre più come un nuovo fronte nella guerra economica tra Pechino e Washington.

Tuttavia non dobbiamo dimenticare che la controffensiva americana è finalizzata anche a impedire che Pechino possa prendere il controllo di Gibuti – a Gibuti infatti è presente la base di Tadjoura – dove gli Stati Uniti, insieme a Giappone e Francia, sono presenti con basi militari fondamentali per il controllo del Corno d’Africa. Come è infatti noto Gibuti si trova all’ingresso del Mar Rosso in una zona dove passa il 40% del traffico merci del mondo ed inoltre costituisce una infrastruttura fondamentale dal 2007 per gli USA per contrastare il terrorismo islamico. Infatti da Gibuti decollano i droni che attaccano Al Qaeda nello Yemen e gli Shabaab in Somalia. Inoltre la Cina, attraverso la China Merchant Holdings International, ha acquistato il 23,5 per cento delle azioni del Porto di Gibuti per 185 milioni di dollari con lo scopo di farne uno dei grandi snodi globali del commercio internazionale.

Giuseppe Gagliano

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