Roma, 4 mar — L’ennesima giovanissima vittima paga il prezzo delle tolleranti politiche di inclusione e della fallita integrazione dei flussi migratori in Europa: è accaduto ieri in pieno centro a Göteborg, in Svezia, dove un bambina olandese di nove anni è stata pugnalata allo stomaco e alla gola da Milad Salari, un immigrato iraniano pluripregiudicato di 35. Lo riporta il sito olandese Metroniews. Stando a quanto riferito da svariati testimoni, prima di aggredire la bimba lo straniero avrebbe gridato più volte Allahu Akbar. Alcuni presenti hanno filmato i momenti della cattura e dell’arresto diffondendo i video in rete.

Un’altra giovane europea vittima di un immigrato

Le cronache locali riportano che l’aggressione è avvenuta ieri poco dopo le 12.30 nel quartiere di Brunnsparken. La polizia conferma che la giovanissima vittima è stata portata in ospedale e che le sue condizioni sono gravi ma stabili. Provvidenziale l’intervento di alcuni giovani passanti, che avrebbero immobilizzato l’immigrato prima dell’arrivo delle guardie giurate e di un agente di polizia fuori servizio che in quel momento si trovava nei pressi della scena del crimine.

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Le motivazioni alla base dell’aggressione non risultano ancora chiare; la polizia non ha riscontrato alcun collegamento tra l’autore e la vittima. «Probabilmente è stata una vittima casuale», spiegano gli inquirenti. Anche la nonna della piccola, di nazionalità svedese, è rimasta leggermente ferita a un braccio nel tentativo di proteggere la nipotina.  Resta da capire come sia stato possibile che un pluripregiudicato, ben noto alle forze dell’ordine, 52 crimini commessi negli ultimi 21 anni, una vita dentro e fuori di prigione, fosse libero di circolare indisturbato senza alcuna forma di controllo da parte dello Stato.

Il video dell’arresto

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

1 commento

  1. siamo troppo civili…
    ANCORA.
    uno così andava linciato vivo,prima di chiamare la polizia:
    esattamente come fanno in africa,dove li pestano fin quando non perdono le budelle per strada,e poi li finiscono con il collarino di fuoco.

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