Roma, 21 nov – Ricca di materie prime, ma allo stesso tempo povera: uno dei motivi di questa contraddizione tutta africana sta nel fatto che molte nazioni del continente nero esportano materie prime grezze che vengono lavorate altrove, non riuscendo quindi riescono ad aggiungere valore a queste preziose risorse. Ciò causa perdite ingenti in termini di mancati guadagni ed è significativo che molti governi africani stiano cercando di risolvere questo problema. Tra essi il Ghana che, per far crescere la sua economia, ha lanciato il progetto One district one factory al fine di creare in ognuno dei suoi 216 distretti una fabbrica per trasformare le materie prime in prodotti ad alto valore aggiunto.
Alluminio “made in Ghana”: un settore che può valere 10 miliardi di dollari
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Una politica che sta avendo successo. Pensiamo ad esempio all’acciaieria che produce acciaio dai rottami di metallo e permette alla piccola nazione di ridurre le importazioni di questa lega. Ovviamente ciò non basta e molti altri progetti sono in cantiere.
Tra essi spicca per importanza il piano di aprire tre miniere di bauxite e di costruire due nuove raffinerie, nonchè di potenziare quella già esistente in modo da poter trasformare la roccia sedimentaria in alluminio, così da aggiungere valore a questi minerali e avere un maggior impatto economico – valutato fino a 10 miliardi di dollari – nonchè alla creazione di 35mila posti di lavoro diretti e indiretti, senza contare la nascita di altre imprese nell’indotto.
Il governo del Ghana ritiene che quello dell’alluminio può essere un comparto strategico essenziale per la creazione di un settore manifatturiero vitale: il piano fa parte di un progetto più ampio volto a stimolare la nascita in loco di un’industria manifatturiera e per tale motivo è pronto a cercare la collaborazione di partner internazionali che possano aiutare a raggiungere l’obiettivo.
Una delle compagnie che si occupa di trasformare la bauxite in alluminio è la Volta Alluminum Company Limited. la quale produce qualcosa come 300mila tonnellate di alluminio all’anno e adesso punta a quotarsi alla borsa di Londra per raccogliere capitali necessari per finanziare i suoi investimenti futuri.
Giuseppe De Santis
1 commento
Non se ne può più di questi articoli sui fantastici progressi dell’economos africana. Quando smetterò di vedete dei negri molesti davanti alla Lidl del mii quartiete (forse) comincetò a premderli in (debita) considerazione.