Roma, 21 nov – È notizia di questi giorni, riportata da tutta la stampa globalista, il fatto che a causa del veto di Polonia ed Ungheria (a cui si sono aggiunte anche Slovenia e Bulgaria) sono stati bloccati gli aiuti del Recovery Fund per arginare l’emergenza Covid in Europa. Quel Recovery Fund di cui abbiamo ampiamente e criticamente dibattuto su queste pagine, invocato come manna dal cielo dai più convinti europeisti. Morale della favola alla fine la colpa dei mancati aiuti europei è di quei cattivoni amici dei sovranisti nostrani.
Ma davvero il Recovery Fund è fermo per questo?
Ma stanno veramente così le cose? Il sospetto c’era già venuto ma a confermare il tutto ci ha pensato Nicola Procaccini , capo del gruppo ECR (conservatori e riformisti) in Commissione LIBE, ossia quella commissione che in Europa si occupa proprio di far partire le procedure nei confronti dei governi che violerebbero lo “Stato di diritto” non riconoscendosi nei “valori europei”, quello stesso articolo 7 che ora è stato comminato ad Ungheria, Polonia, Slovenia e Bulgaria.
Sinistre europee e governi
Il fatto è che le sinistre, essendo maggioranza in parlamento europeo, e quindi in commissione LIBE, comminano l’art. 7 a tutti quei governi che vincono le elezioni contro di loro e che da mandato democratico, quindi del popolo, adottano misure per contrastare immigrazione illegale o a sostegno della famiglia naturale, solo per fare 2 esempi. Non è un caso che tale procedura era partita anche nei confronti del governo gialloverde salvo poi essere ritirata quando alla Lega subentrò il Partito Democratico e si formò il governo giallofucsia, pur mantenendo lo stesso premier.
“Capolavoro” politico delle sinistre
Sempre le sinistre hanno deciso in primavera, avallate dal PPE, che chi vìola lo stato di diritto (quello loro ovviamente) e non si riconosce quindi nei “valori europei” (quelli della sinistra) non può accedere agli aiuti del Recovery Fund. Il “capolavoro” politico è così servito, in questo modo i cosiddetti governi frugali, a guida socialdemocratica con in testa l’Olanda, che non volevano concedere gli aiuti e condividere il debito possono addossare in tal modo la colpa ai governi di Orban e compagnia che non hanno altra scelta che opporsi all’art. 7 rinunciando al Recovery Fund pur di salvare la loro democrazia e la loro dignità.
Ruggero Vero
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[…] Recovery Fund bloccato per “colpa” dei Paesi sovranisti? Le cose non stanno così proviene da Il Primato […]
[…] Recovery Fund bloccato per “colpa” dei Paesi sovranisti? Le cose non… […]
[…] Nella “corsa alle accuse” a carico di Ungheria e Polonia, sviluppatasi negli ultimi giorni ad opera dell’Unione e di molti suoi adepti negli Stati membri, si è recentemente aggiunto George Soros grazie ad un articolo decisamente accusatorio pubblicato su Project Syndicate. Non stupisce l’accanimento del magnate contro la sua Nazione di origine dal momento che si attesta su posizioni ideologiche diametralmente opposte e concorrenti, le quali identificano nell’individualismo di stampo liberticida l’unica soluzione ad una visione tradizionalista e conservatrice come quella di Orban e Kaczynski. […]
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[…] in effetti, è stato un fallimento su tutta la linea: il Recovery Fund si è arenato perché in molti hanno subodorato l’inganno, l’accordo commerciale con la Gran Bretagna non è ancora stato chiuso, così come rischia di […]
[…] e nei principali campi politici e mediatici, sulla scorta della decisione di Ungheria e Polonia di porre il proprio veto sull’ampia trattativa per il Recovery Fund. Scelta che, se non dovesse aggiornarsi ed ammorbidirsi, comporterebbe l’impossibilità di […]
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[…] di giorni fa Project Syndicate ha pubblicato un articolo di George Soros inerente alla diatriba tra Ungheria e Polonia e Unione Europea. La risposta del premier ungherese Viktor Orban non si è fatta attendere, […]
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[…] di Bruxelles. Prendiamo ad esempio al fatto che la Polonia (insieme all’Ungheria) abbia posto il veto all’approvazione del bilancio comunitario come “ritorsione” ai vincoli sul rispetto dello Stato di diritto inseriti all’interno del […]
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