Roma, 8 apr – Che l’attacco americano alla Siria avvenga a poche ore dal ridimensionamento del ruolo di Steve Bannon nell’amministrazione Trump è cosa che in molti hanno notato. Per ora l’animatore di Breitbart mantiene un basso profilo, ma alcuni articoli riferiscono che non sarebbe affatto d’accordo con l’azione militare contro Assad. Bannon era ritenuto il “ponte” tra Donald Trump e il variegato mondo dell’Alt-Right, la destra anticonformista americana. Che, in queste ore, sta esprimendo tutta la sua delusione per l’involuzione neocon del presidente. Richard Spencer, l’uomo che aveva scandalizzato i benpensanti lanciando il coro “Hail Trump” sta duramente polemizzando con la Casa Bianca. In un video postato su YouTube e chiamato “Il tradimento di Trump”, Spencer esprime tutta la sua delusione: “Devo essere brutalmente onesto: sono profondamente deluso da Donald Trump. Sono scioccato e arrabbiato. E sono pronto a condannare Donald Trump”. Sul suo profilo Twitter, dove Spencer ha addirittura messo la bandiera siriana tra il nome e cognome, vengono pubblicizzati sit in di protesta contro l’attacco, con tweet di questo tenore: “Si tratta di un momento enorme. Non possiamo rischiare la terza guerra mondiale. Tutti coloro che sono contro la guerra sono i benvenuti”. Uno dei bersagli preferiti dell’Alt-Right è Jared Kushner, il falco sionista consigliere del presidente, nonché marito della figlia Ivanka. L’hashtag #FireKushner è stato a lungo in top trend su Twitter, il che significa che è proprio alla sua influenza su Trump (crescente, a spese appunto di quella di Bannon) che si deve probabilmente l’accelerazione sulla Siria. “Nessuno ha votato per Kushner. Anzi, molti di noi hanno votato contro il fatto che persone come Kushner avessero potere”, twitta ancora Spencer.
Ma l’attacco a Trump è corale. “Quindi la prima azione energica di Trump come presidente è stata quella di difendere le stesse persone che falciano i bambini bianchi con i camion”, ha detto polemicamente Mike Enoch, fondatore del sito Right Stuff. E ha twittato significativamente: “Non siamo una squadra di cheerleader che loda ogni mossa. Trump doveva essere un veicolo per i nostri obiettivi, non un fine in se stesso”. Speranza, a quanto pare, andata frustrata. Hunter Wallace sul sito AltRight.com ricorda come la destra alternativa americana sia nata in opposizione a George W. Bush e alle sue guerre disastrose. “Per molti, questo attacco alla Siria è stato troppo evocativo di W. e la guerra in Iraq, che è stato l’evento che ha modellato la nostra coscienza politica. Ha abbandonato i suoi sostenitori e ha scelto i guerrafondai neocon. Questo è ciò che succede quando ti circondi di tutte le persone che non ti hanno sostenuto e dai loro lavori ben remunerati perché hai paura di offendere i mezzi di comunicazione. In ogni caso, siamo sopravvissuti 16 anni di W. e Obama, sopravviveremo anche a Donald Trump”. Più articolata l’analisi di Colin Liddell su un altro blog d’area alternative-right.blogspot.com, che spiega come Trump stia “usando questa azione per sembrare forte, quando in realtà è stato l’atto di un debole e di un codardo”. Analizzando il tipo di attacco sferrato alla Siria, il commentatore spiega ironicamente che “questo è letteralmente lo stesso livello di eroismo di un nerd ciccione che nella sua cantina gioca a Call of Duty”. Anzi, è “l’equivalente militare di suonare il campanello di qualcuno e scappare (se non per il fatto che suonare il campanello è più conveniente)”. Liddell spiega che Trump “ha vinto le elezioni in larga misura respingendo le stupidaggini neocon di tutti i suoi avversari, Hillary compresa”. E aggiunge che è un po’ difficile far passare Assad per il cattivo assoluto della situazione, essendo uno che ha “salvato i cristiani e non ha buttato i gay dal tetto dei palazzi”.
John Morgan, sul sito Counter Currents dice chiaramente che “se il presidente Trump vuole portare l’America in un’altra guerra”, allora “la vera destra deve iniziare a rivalutare la sua posizione verso di lui. Abbiamo anche noi una linea rossa, e Trump sembra pronto ad attraversarla. Questo deve essere il nostro Rubicone”. Per Morgan, “nessuno in America ha votato per Trump affinché potesse continuare a portare il nostro paese in guerre senza senso (anche se sembra che abbia ottenuto il sostegno di Bill Kristol, ovviamente)”. Gli argomenti contro la guerra in Siria sono interessanti: “Uno dei principi della vera destra è che nessun popolo dovrebbe interferire con la vita di un altro salvo quando c’è una necessità per l’autodifesa. Noi crediamo che tutti i popoli abbiano la responsabilità di prendersi cura dei propri interessi”. E quindi, “anche se ammettessimo che i ribelli in Siria hanno nobili intenzioni (non lo credo, tanto per essere chiari), dovremmo comunque riconoscere che non è compito degli Stati Uniti versare il proprio sangue e i propri soldi nel perseguimento di obiettivi che sono di esclusiva responsabilità del popolo di quella nazione. I siriani devono essere lasciati soli a risolvere le loro questioni politiche”. Quanto al presunto bombardamento chimico che avrebbe scatenato il raid, Morgan scrive: “A quanto pare, Trump è disposto a mettere in dubbio le conclusioni della CIA sul coinvolgimento della Russia nelle elezioni, ma quando si tratta di Siria prende la sua parola come vangelo”.
Anche Vdare, altro sito Alt-Right, parla apertamente di “collasso del trumpismo”. In un caustico articolo, John Derbyshire scrive che l’attacco americano era una “rappresaglia per l’attacco con i gas – un attacco che non ha ucciso americani e non ha danneggiato gli interessi americani. Quindi credo che siamo in grado di dire addio all’America First”. Citando le frasi di Trump sul raid come risposta alla morte dei bambini nel presunto bombardamento chimico, Derbyshire scrive: “Pensavamo di avere eletto un uomo pratico”, invece “sembra che abbiamo eletto una ragazza di 14 anni. Certo, è un peccato che bambini piccoli vengano uccisi. E l’avvelenamento da gas è un brutto modo di andarsene. Ma il mondo è pieno di orrori. Perché questo in particolare sarebbe un affare dell’America?”. Insomma, l’insofferenza è tanta. Trump sta perdendo i suoi sostenitori storici, ma sta trovando nuovi compagni di viaggio: gli stessi che lo hanno boicottato in ogni modo in campagna elettorale. Staremo a vedere dove questa nuove compagnie porteranno l’America e, purtroppo, il mondo.
Adriano Scianca
3 comments
Le citazioni di questi politici sono una boccata di semplice ed impagabile logica.
John Morgan mi sembra fortemente condivisibile.Non interferenza in politica estera,per quanto possibile.Trump è arrivato alla casa Bianca grazie a queste linee guida.
Io invece non credo che Trump abbia cambiato quella che era la sua politica iniziale. Anzi, penso che sia stato tutto un bluff dei poteri forti per farlo passare per quello che non è, e ciò contro il sistema, così da prendere i voti da quelli che lo hanno votato in buona fede. Berlusconi è stato un banco di prova importante in tal senso…tutto il potere mediatico e poteri contro di lui, ma con lui i voti della gente. Negli USA hanno capito ed hanno berlusconizzato Trump (tutti contro), cosi che il popolo credendolo contro il sistema lo ha votato. Gli stessi media contro di lui sono tutta una sceneggiatura hollywoodiana…Insomma, dal paese delle frottole che cosa dobbiamo aspettarci…un uomo (Trump) di parola?