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Ecco il volto della America del 2050. Sorpresa: non è più bianco

by Roberto Derta
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americaniRoma, 26 dic – C’erano una volta i Wasp (White anglo-saxon protestant), che con il loro esclusivismo, le loro fisime religiose e la loro credenza in un “destino manifesto” per gli Stati Uniti hanno reso l’America la nazione egemone nel mondo. C’erano una volta, perché gli americani del futuro saranno tutto fuorché “white”. I dati demografici lo dicono da tempo (la scorsa estate c’è per esempio stato il sorpasso in California, dove si contano 15 milioni di ispanici contro i 14,9 milioni di bianchi) e ormai agli “artisti” non resta che celebrare il trionfo del meticciato americano.

È il caso delle foto “ritoccate” del fotografo Martin Schoeller, a cui il National Geographic, per il suo 125° anniversario, ha chiesto di mostrarci quale sarà il volto degli americani nel 2050. E, sorpresa, non sarà bianco. Per la prima volta nel 2000 l’Istituto nazionale di statistica americano ha dato la possibilità di dichiarare più di una sola etnia di appartenenza. Ben 6,8 milioni di persone ne hanno indicata più di una, e nel 2010 il numero è salito a 9 milioni (un aumento del 32% in dieci anni). Secondo il libro Diversity Explosion: How Racial Demographics Are Remaking America, di William H. Frey, la fascia della popolazione americana né bianca né nera arriverà al 10% nel 2020 e al 18% nel 2050.

Secondo uno studio del quotidiano The Wall Street Journal, il 15% dei matrimoni nel 2010 sono stati fra persone di etnie diverse. Tra questi sono soprattutto gli asiatici (28%) che si sposano con persone di un’altra etnia, seguiti dagli ispanici (26%), dagli afroamericani (17%) e, infine, dai bianchi (9%). Inoltre il 7% dei bambini nati negli Stati Uniti nel 2009 sono nati da genitori di etnie diverse.

Si aggiunga, inoltre, un ulteriore dato: secondo uno studio dal titolo Rising morbidity and mortality in midlife among white non-Hispanic Americans in the 21st century, realizzato dalla professoressa di Economia e Affari Pubblici Anne Case dell’Università di Princeton e da Angus Deaton, premio nobel per l’Economia nel 2015, negli Usa ci sarebbe un preoccupante aumento della mortalità per cause “esterne” delle persone di mezza età bianche non ispaniche dai 45 ai 54 anni, che in linea teorica appartengono al novero di quelle con più margini di sicurezza sociale e meno esposte alle crisi economiche e finanziarie. Eppure l’abuso di alcol, l’eccesso di farmaci contro il dolore e un aumento dei suicidi stanno decimando la mezza età bianca, molto più di quanto non accada in gruppi etnici statisticamente più poveri. È così che muore l’America bianca: ricca, depressa, drogata e sola.

Roberto Derta

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1 commento

Hu Jing IV 26 Dicembre 2015 - 6:57

Il 7% dei nati é poco. Pensavo fossero di piú.

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