Home » Amici di petrolio: Emirati e Arabia Saudita non rispondono alle telefonate di Biden. Ecco perché

Amici di petrolio: Emirati e Arabia Saudita non rispondono alle telefonate di Biden. Ecco perché

by Eugenio Palazzini
3 comments
Arabia Emirati Biden, chiamate

Roma, 9 mar – Vai a fidarti degli amici. Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, storici alleati degli Stati Uniti, non rispondono alle telefonate di Joe Biden. Stando a quanto rivelato da fonti governative americane (anonimi) citate dal Wall Street Journal, all’indomani dell’embargo sulle importazioni di petrolio e gas naturale dalla Russia annunciato dal presidente Usa, la Casa Bianca avrebbe infatti cercato di avere colloqui telefonici con i due Paesi del Golfo. Ma nulla, i partner non rispondono alle chiamate. Di per sé potrebbe sembrare una storiella da commedia televisiva, tra vecchi innamorati indispettiti per qualche tradimento o presunto sgarbo ricevuto. In realtà, ovviamente, la questione in ballo è ben più sostanziale.

Vecchi e nuovi amici, di petrolio

I principi Mohammed bin Salman e Sheikh Mohammed bin Zayed al Nahyan non sembrano infatti intenzionati a discutere sul contenimento dei prezzi del petrolio e più in generale dell’energia. Come sottolineato dai media Usa, il presidente americano ha tenuto l’ultimo colloquio con Riad lo scorso 9 febbraio, mentre il ministero degli Esteri degli Emirati ha fatto sapere che un colloquio tra Biden e Mohammed bin Zayed verrà ricalendarizzato. Carissimi amici, vi faremo sapere. A ben vedere Washington non ha fatto bene i calcoli nel momento in cui ha deciso di isolare la Russia, mettendola all’angolo anche nella partita energetica. Al momento, quasi paradossalmente, ha trovato più sponda con il nemico Venezuela che con gli amici arabi.

Leggi anche: Tutto per il petrolio: così gli Usa riabilitano il Venezuela. Ma isolare la Russia è un problema per l’Europa

Perché Emirati e Arabia Saudita non rispondono a Biden

Ma la questione petrolifera non sarebbe neppure l’unico motivo di questi attriti diplomatici. Non è un segreto che Arabia Saudita ed Emirati Arabi vorrebbero dagli Stati Uniti un sostegno più consistente nell’operazione militare nella guerra in Yemen, dove soprattutto Riad si è impantanata ormai dal 2015. E ancora: i due Paesi del Golfo vorrebbero essere sostenuti ancor di più nei loro programmi sul nucleare in funzione anti-Iran e temono il ripristino dell’accordo internazionale – sempre sul nucleare – con Teheran. Altro punto: il governo di Riad chiede agli Stati Uniti l’immunità legale per il principe ereditario, Mohammed bin Salman, accusato del cruento omicidio del giornalista Jamal Khashoggi.

Eugenio Palazzini

 

You may also like

3 comments

Manlio Amelio 9 Marzo 2022 - 12:29

Z di Bomba Zar…
Z di Zaleski, Z di meZZi militari russi, Z di Zayed, Z di Zohar…Z di Zar…

Dai è solo per scherzare con la numerologia, la cabala e il talmud… Paura!

La verità è: che oltre al solito problema DI FARE TANTI SOLDI… con il vertiginoso aumento dei prezzi dei carburanti, da gennaio e febbraio sta succedendo anche questo fenomeno migratorio e di trasferimento di massa… cioè gli Zar russi volano via dalla Russia!

E dove stanno atterrando coi loro dindi?…

“I jet privati degli oligarchi russi ora si trovano a Dubai e Abu Dhabi.
Prima Volavano soprattutto in Francia, Svizzera e Regno Unito, ma anche in Italia.
Nell’ultimo mese tra Mosca-San Pietroburgo ed Europa si sono registrati 1.200 voli privati, una quarantina al giorno. Incrociando i database specializzati, il Corriere ha calcolato che in Europa sono attivi 47 jet privati di proprietà diretta di 21 oligarchi. Nelle ultime ore alcuni di questi velivoli sono stati spostati fuori da mosca, verso gli Emirati Arabi Uniti, Israele, Germania, Lettonia e Svizzera.” “in questi giorni Dubai, Abu Dhabi e Tel Aviv sono diventati approdi sicuri. A gennaio 2022 ci sono stati 1.200 voli tra Russia ed Europa. 530 di questi risultano concentrati su sette direttrici che vedono un unico aeroporto russo di riferimento, Mosca Vnikovo, e collegamenti con Ginevra, Chambery-Savoia, Nizza, Riga, Zurigo, Londra Luton e Belgrado.” (Fonte Yahoo)

Chi ci guadagna dalla guerra?

Reply
Sanzioni, Biden in ginocchio da Emirati e Arabia Saudita per il petrolio: loro neanche lo rispondono al telefono - Rassegne Italia 9 Marzo 2022 - 2:58

[…] Leggi la notizia su Il Primato Nazionale Precedente […]

Reply
Prof. Massimo Sconvolto 9 Marzo 2022 - 5:57

Saranno invidiosi perché gli #USA producono più petrolio di loro, da sempre. 😛
https://www.nsenergybusiness.com/features/top-oil-producing-countries/

E la produzione continuerà ad aumentare
https://www.eia.gov/todayinenergy/detail.php?id=51318

quindi come ho anche dimostrato
https://www.ilprimatonazionale.it//approfondimenti/guerra-ucraina-benzina-e-gas-sempre-piu-su-unondata-di-rincari-225953/#comment-84325

il prezzo attuale del petrolio è taroccato al rialzo pro domo USA altro che guerra in Ucraina.

Magari gli Arabi sono incazzati per la figura che la FED gli fa’ fare taroccando il prezzo perché la maggior parte, ignorante, quando sente petrolio pensa al medio oriente anziché al vero e reale affamatore energetico del mondo, gli USA. 😛

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati