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Assange condannato nel Regno Unito. Oggi l’udienza per l’estradizione

by Adolfo Spezzaferro
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Londra, 2 mag – Julian Assange è stato condannato a 50 settimane di carcere da un tribunale del Regno Unito per violazione dei termini della libertà su cauzione nel 2012. Oggi invece è attesa la prima udienza nel tribunale di Westminster sulla richiesta di estradizione degli Usa per presunta pirateria informatica nei confronti del fondatore di WikiLeaks. Il tribunale di Londra ha già chiesto agli Stati Uniti di fornire la documentazione necessaria per l’estradizione di Assange entro il 12 giugno e molto probabilmente, l’attivista verrà processato negli Usa. Assange è stato arrestato a Londra l’11 aprile scorso dopo la revoca da parte dell’Ecuador della concessione dell’asilo.

L’iter per l’estradizione andrà per le lunghe

La procedura sull’estradizione potrebbe trascinarsi per molti mesi fra sentenze di vario grado, ricorsi e parere finale del governo britannico. Assange è inseguito da anni da Washington a causa della diffusione da parte di WikiLeaks fin dal 2010 di documenti riservati compromettenti (contenenti fra l’altro prove di crimini di guerra commessi dalle forze Usa in Iraq o in Afghanistan) carpiti in particolare al Pentagono dall’ex militare  Bradley Manning (oggi Chelsea Manning). La Svezia, che aveva deciso di archiviare le accuse contro Assange, sta considerando la possibilità di riaprire il caso, riporta la BBC.

La condanna di ieri

Nell’udienza di ieri uno degli avvocati difensori ha cercato di giustificare il suo cliente dall’accusa britannica di violazione dei termini della cauzione sottolineandone il timore ragionevole di essere estradato negli Usa e di non essere destinato a ricevere oltre Oceano alcun processo equo. Ha inoltre reso nota una lettera inviata alla Corte nella quale Assange si scusa ora “senza riserve” con la Corte per non essersi presentato all’interrogatorio del 2012, seppur trovandosi a “fronteggiare circostanze terrificanti”, e se ne dichiara “pentito”. Scuse che non hanno “commosso” la Corte, vista l’irrisoria riduzione di poche settimane rispetto al massimo di pena previsto nel Regno Unito (un anno, ossia 52 settimane) per questo tipo di violazioni procedurali.

Adolfo Spezzaferro

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