Home » Gli assegnano la prima cattedra di “black studies” in Gran Bretagna. E lui grida al razzismo

Gli assegnano la prima cattedra di “black studies” in Gran Bretagna. E lui grida al razzismo

by Cristina Gauri
5 comments
black studies

Roma, 18 giu — Gli offrono la prima cattedra di black studies mai assegnata in università britannica, lui (professore di colore) la accetta e inizia a insegnare... salvo poi accusare l’ateneo di «razzismo istituzionale».   

A riportare la vicenda è l’Independent. Protagonista è il professor Kehinde Andrews, insegnante presso la Birmingham City University. Andrews ha puntato il dito contro l’ateneo per non aver debitamente preso in considerazione la sua denuncia di razzismo nei confronti di un collega più anziano, e per l’esclusione dal processo decisionale dopo aver espresso preoccupazioni su alcune modalità di assunzione da lui stesso definite «potenzialmente discriminatorie».

Il professore di black studies accusa l’ateneo di razzismo

Inoltre, l’accademico e attivista ha affermato di essere stato accusato di un episodio di aggressione, sulla base di deduzioni «razzializzate» secondo le quali Andrews rappresenterebbe una minaccia in quanto uomo di colore. Insomma, con questo tipo di attivisti come si fa si sbaglia: o meglio, qualsiasi scusa è buona per accusare il prossimo di razzismo. Deve dormire veramente male la notte il nostro prof di black studies, che dichiara: «La mia dignità sul lavoro è stata profondamente minata sulla base di presupposti razzisti che ho passato la mia vita a cercare di smentire». L’università ha smentito «qualsiasi accusa di razzismo» ma non ha voluto aggiungere ulteriori commenti perché «l’azione legale è attualmente in corso».

Una spina nel fianco

Il professor Andrews ha rincarato: «Mi trattano come il neg*o arrogante che dovrebbe sempre essere grato per tutto e smettere di lamentarsi. Ma io sono il tipo di persona che creerà dei problemi». Verrebbe da consigliargli: se non vuoi essere etichettato come arrogante, evita di sollevare problemi assimilabili più alla masturbazione mentale che alle istanze riguardanti le vere discriminazioni razziali. Ma no, pare che Andrews abbia deciso di diventare la spina nel fianco di tutto l’ateneo, lamentandosi del fatto che il rettorato lo avrebbe etichettato come «insubordinato» e accusando la direzione dell’Università di «razzismo istituzionale da manuale». A dimostrazione del fatto che queste persone non si accontentano di entrare in maniera paritaria nelle istituzioni. Bramano la stessa — presunta — supremazia che stigmatizzano nei bianchi, e non si fermeranno di fronte a nulla per ottenerla.

Cristina Gauri

You may also like

5 comments

mario1232016 18 Giugno 2021 - 6:07

Se non avesse avuto la cattedra, avrebbe potuto gridare al razzismo perchè non scelto. Cosa voglio dire?
Il vittimismo 2.0 moderno è stato copiato “pari pari” da un certo femminismo.. che considera alcune donne ricchissime ultra-privilegiate come vittime di una società patriarcale(che esiste solo nella loro testa), allo stesso tempo considera uomini che si spaccano il .. sotto il sole a lavorare per 800 euro al mese come privilegiati.. solo perchè maschi. Il mio è un esempio estremo ma posso dire che ogni tanto usavo rispondere a delle “scrittrici femministe” su alcuni giornali, e le discussioni raggiungevano davvero questi livelli.. Poi a lamentarsi erano quasi sempre donne ultraprivilegiate fra l’altro… Detto questo lo riassumerei nel seguente modo:
“Qualsiasi cosa fai, va sempre male..”
Il vittimismo 2.0 imparato da quest’uomo non mi pare poi così diverso..
Gli rispondo brevemente:
Se si sente “discriminato” nonostante abbia avuto una cattedra (suppongo molto ben pagata) in Uk.. in una università.. per coerenza rinunci alla cattedra e la dia a qualcuno (magari non nero) che farebbe i salti mortali per averla. Tanto.. se avesse avuto davvero un curriculum tanto ricercato (lo pensa lui magari..) da arrivare a lametarsi di una cattedra universitaria in Uk! in certi costosissimi e lussuosi istituti! avrebbe avuto sicuramente altre occasioni(è una provocazione). Quale è il problema?
Scommettiamo che non lo fa?
Quando si dice : “coerenza zero”.

Reply
Arturo 19 Giugno 2021 - 10:01

Classica tattica psicologica usata per manipolare.
Si fa credere all’ingenuo di aver commesso un torto contro la vittima vittimista, se l’ingenuo ci casca nelle farneticazioni del vittimista, finisce in suo potere.
Tecnica usata da pusillanimi, gatte morte, femministe, immigrati e frustrati vari.

Reply
SergioM 19 Giugno 2021 - 1:38

Ma …. il corso di studi , di cosa si occuperebbe ?????
Già gli hanno dato una sinecura ….. e… si lamenta NON AVENDO UN CAZZO DA FAARE ????
ma essendo retribuito .

Quella cattedra puzza di contentino ai BLM …… perchè non rompano i coglioni ,,,,, IDIOTI , vedete che spaccano ugualmente le balle ?!

Per altro , che gli frega ai britannici dei NEGRI ? Hanno rotto le balle in giro per l’ intero globo ….
ma in africa NEGRA poco o niente , se si eccettua la Nigeria , i cui “simpatici” cittadini vengono
a farsi mantenere in Italia ed in GB manco ci vanno .

Schiavismo ? affare USA e Olandese , quindi , perchè mettersi in ginocchio per AFFARI ALTRUI ?

Reply
No, non è uno scherzo. Il quesito choc dell'università: “Ma i buchi neri sono razzisti? Nel cosmo c'è razzismo?” - Rassegne Italia 24 Giugno 2021 - 2:24

[…] test di matematica sia significativamente più alto del punteggio medio femminile. Insomma, la scienza accademica, che per definizione dovrebbe porsi in contrasto con l’isteria e l’irrazionalità, è ostaggio […]

Reply
"Alunni inglesi cantano l'inno calcistico? Sono razzisti". Delirio buonista contro i bambini: "Un mare di facce bianche" - Rassegne Italia 5 Luglio 2021 - 6:51

[…] pagina della scuola per riempirla di critiche assurde. Una su tutte, quella che li accusa di aver peccato nella rappresentazione della diversità perché i bambini sono quasi tutti bianchi. C’è chi ha scritto che il video non sarebbe altro […]

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati