Si ipotizza che responsabile dell’attacco sia “L’Esercito dell’Islam”, gruppo islamista già sostenuto dall’Arabia Saudita e il cui leader, Zahran Alloush, due giorni fa aveva annunciato di voler colpire Damasco, giudicata in un suo messaggio comparso su Twitter: “zona militare”. Lo stesso gruppo dieci giorni fa aveva lanciato altri 40 razzi nel centro della capitale siriana uccidendo 7 persone. Domenica scorsa un’altra strage, rivendicata dal Fronte al Nusra, era stata provocata da un bomba esplosa a bordo di un autobus, sempre nella capitale siriana. Nove morti e decine di feriti. In meno di due settimane quindi, due fazioni fondamentaliste, tristemente note per la loro brutalità, hanno provocato tre stragi di civili nel centro di Damasco.
Nonostante i controlli serrati dell’esercito di Assad, attraverso una vasta rete di tunnel sotterranei, che i militari siriani quotidianamente scoprono e smantellano, i terroristi escono dalla clandestinità e lanciano razzi e colpi di mortaio indiscriminatamente sui quartieri della città. Una carneficina che difficilmente avrà fine se i gruppi fondamentalisti continueranno ad essere sostenuti da oltre i confini siriani.
Eugenio Palazzini