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Azov: “Nessuna resa, non sprecate il nostro sacrificio”

by Adolfo Spezzaferro
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azov sacrificio

Roma, 8 mag – “Nessuna resa, non sprecate il nostro sacrificio“: così i capi del reggimento Azov, asserragliato nell’acciaieria Azovstal a Mariupol. I combattenti ucraini barricati, ormai rimasti quasi senza acqua e viveri, hanno tenuto una conferenza stampa online durante la quale hanno dichiarato che “ci sono molti militari feriti da evacuare” da Azovsta.

Azov: “La resa per noi è inaccettabile”

“Combatteremo fino alla fine: la resa per noi è inaccettabile“. “Le forze russe – hanno detto i capi del reggimento Azov – stanno continuando a bombardare l’area e stanno cercando di assaltare l’impianto”. A sentire Kiev, le forze russe avrebbero approfittato della tregua per l’evacuazione dei civili per approntare nuove postazioni di artiglieria contro l’acciaieria Azovstal.

I militari non possono confermare che i civili siano stati tutti evacuati

I civili, secondo quanto dichiarato dal presidente Zelensky, sono già stati tutti evacuati dal sito siderurgico ma il capitano Svyatoslav Kalina Palamar, vice comandante del battaglione Azov che è intervenuto alla conferenza stampa, ha sottolineato di non poterlo confermare. Il responsabile dell’intelligence del reggimento Azov, Ilya Samoilenko, dal canto suo, ha dichiarato che sono “più di 25mila le persone che sono morte a Mariupol, in gran parte civil”. Palamar ha aggiunto: “Ora i nostri politici stanno provando a negoziare con quegli animali. Ma non ricordano cosa hanno fatto? Non possiamo parlare con questa gente“.

Il vicecomandante del reggimento asserragliato nell’acciaieria: “Nostro obiettivo eliminare minaccia”

“Il nostro obiettivo è eliminare la minaccia: servono più armi, più munizioni, più addestramenti, più aiuti a livello logistico”. “Le sanzioni non sono efficaci e gli aiuti militari non sono sufficienti”: ha dichiarato Palamar. “Non ne so molto di aiuti economici, lavoro nell’esercito. Possiamo sempre fare meglio, anche per l’Europa, perché l’Ucraina è lo scudo d’Europa“.

“Non sprecate il nostro sacrificio”

Il vicecomandante di Azov ha sottolineato lo sforzo eroico dei suoi uomini e che tale sacrificio non va sprecato. “Negli ultimi due mesi e mezzo abbiamo dimostrato che possiamo fare cose impossibili. Il nostro obiettivo è difendere la vita delle persone. Ora voi governi fate il vostro dovere, insegnate agli altri a fare cose impossibili”. “E’ l’unica esperienza del mondo, abbiamo lottato contro un nemico superiore, molto più forte di noi. Ora noi dobbiamo difendere il Paese, non esportare la guerra ma aiutare gli altri a difendersi”, ha aggiunto. “Noi siamo consapevoli che potremmo morire in qualsiasi momento, stiamo provando a vivere con onore. Siamo accerchiati, non possiamo andare via, in nessuna direzione. Abbiamo rinunciato alle priorità della difesa personale. Non sprecate i nostri sforzi perché stiamo difendendo il mondo libero a un prezzo molto alto“, ha concluso Palamar.

Adolfo Spezzaferro

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8 comments

brutta ciao 8 Maggio 2022 - 5:22

Se non fosse una tragica strumentalizzazione dell’ uomo contro l’ uomo…, come non dire: parte “pera” è diventa “mela” !!

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Sergio Pacillo 8 Maggio 2022 - 6:35

Nel 2016 un rapporto presentato all’OSCE dalla Foundation for the Study of Democracy ritenne il battaglione “Azov” responsabile dell’uccisione di massa di prigionieri, di occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e dell’uso sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica. (tratto da Wikipedia)
Ora fanno i santi eroi pronti al martirio.

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Loscuro 9 Maggio 2022 - 1:27

..non possono confermare…come dire che hanno civili come scudi umani….Sanno perfettamente che, dai russi, non vengono riconosciuti come soldati e che, se catturati, non saranno trattati come prigionieri di un esercito regolare….

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VALHALLA EXPRESS: LA STORIA DI UN VOLONTARIO DEL BATTAGLIONE AZOV - KULTURAEUROPA 24 Maggio 2022 - 12:02

[…] edita in italiana a cura dell’editore e saggista Andrea Lombardi di un membro del Battaglione (poi Reggimento) “Azov”, dalla giovinezza nell’Ucraina post 1991, tra tensioni sociali e etniche, alla […]

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