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Beirut, cecchini sparano a manifestanti: 6 morti e decine di feriti

by Eugenio Palazzini
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Beirut, spari

Roma, 14 ott – Spari a Beirut, dove 6 persone sono morte e almeno 30 sono rimaste ferite nei pesantissimi scontri armati tuttora in corso. A riferirlo è la Croce Rossa libanese, citata da media locali. Mentre l’emittente satellitare Al Arabiya parla di sei morti e circa 60 feriti. Il caos è scoppiato stamani quando centinaia di sciiti libanesi, tra cui molti esponenti di Amal ed Hezbollah, hanno manifestato davanti al palazzo del tribunale – nella zona di Tayouneh – protestando contro il mandato di cattura emesso nei confronti del deputato Ali Hassan Khalil. Un mandato spiccato nell’ambito delle indagini sulla devastante esplosione al porto di Beirut del 4 agosto 2020.

Beirut, l’accusa: “Cecchini sparavano dai tetti”

I due movimenti sciiti libanesi accusano “gruppi armati e organizzati” di aver assaltato i loro sostenitori. In una nota congiunta, Amal ed Hezbollah scrivono che manifestanti pacifici che stavano protestando contro la “politicizzazione” delle indagini, sono stati presi di mira da diversi cecchini appostati sui tetti degli edifici vicini al tribunale. “I cecchini miravano alla testa delle persone”, si legge nella nota, “hanno provocato la morte di alcune persone e diversi feriti gravi”. Secondo i due movimenti “questo attacco da parte di gruppi armati e organizzati vuole trascinare il Paese in un conflitto premeditato”, quindi adesso l’esercito libanese deve “assumersi la responsabilità” e “intervenire rapidamente per fermare questi criminali”.

L’incontro tra Aoun e Nuland

Proprio oggi a Beirut il presidente del Libano, Michel Aoun, ha ricevuto il sottosegretario di Stato Usa, Victoria Nuland. I due hanno discusso di relazioni bilaterali. All’incontro avrebbe dovuto partecipare anche il negoziatore statunitense Amos Hochstein, ma la sua visita è stata d’un tratto rinviata. Hochstein è chiamato a negoziare tra Libano e Israele sul dossier riguardante la delimitazione del confine marittimo tra i due Paesi mediorientali. C’è in ballo una disputa specifica sulla rotta che dovrebbe permettere al libano di iniziare le esplorazioni per sfruttare idrocarburi offshore.

Eugenio Palazzini

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