Home » Anche a Las Vegas è boom di suicidi tra studenti. E le autorità riaprono le scuole

Anche a Las Vegas è boom di suicidi tra studenti. E le autorità riaprono le scuole

by Cristina Gauri
0 commento
scuole suicidi studenti

Las Vegas, 25 gen – Anche negli Stati Uniti è boom di suicidi e autolesionismo fra gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. La causa, così come accade anche in Italia, è lo stato depressivo scaturito dalla solitudine e dall’isolamento sociale di adolescenti e bambini, lontano dagli istituti scolastici e costretti alla Didattica a distanza dalle restrizioni anti Covid.

In particolare, un articolo del New York Times riferisce che da quando le scuole hanno chiuso i battenti (marzi 2020) un sistema di allerta precoce che monitora i casi di malessere psicologico degli studenti ha inviato più di 3.100 allarmi ai funzionari distrettuali, tutti riguardanti pensieri suicidi, autolesionismo o richieste di aiuto. A dicembre 2020 18 studenti si sono tolti la vita.

Boom di suicidi tra gli studenti anche in Usa

L’ondata di suicidi si studenti a Las Vegas e dintorni ha spinto il distretto di Clark County, il quinto più grande della nazione, a fare di tutto per riaprire le scuole il più celermente possibile. Questo mese il consiglio scolastico ha dato il via libera per il graduale ritorno in presenza di alcuni gradi delle scuole elementari. Il costo in termini psicologici e di apprendimento che la chiusura delle scuole sta avendo sui bambini a un anno dalla chiusura inizia ad essere drammatico.

In aumento anche le richieste di aiuto psicologico

«Quando sono aumentati i casi di suicidi tra i bambini, sapevamo che non erano più solo i numeri Covid a dovere essere presi in considerazione», afferma Jesus Jara, sovrintendente della contea di Clark. Lo studente più giovane che la dottoressa Jara ha perso per suicidio aveva 9 anni. Sebbene il boom di suicidi durante la pandemia non possa essere definitivamente collegato alla chiusura delle scuole (i dati nazionali sui suicidi nel 2020 devono ancora essere compilati), uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention ha mostrato chiaramente come la percentuale di visite al pronto soccorso giovanile per motivi di salute mentale fosse aumentata durante la pandemia. E una raccolta di chiamate di emergenza in più di 40 stati tra tutti i gruppi di età ha mostrato un aumento dei numeri relativi al disagio psichico.

Il doppio dei suicidi del 2019

Nella contea di Clark, i 18 suicidi di studenti in nove mesi di chiusura delle scuole sono il doppio dei casi verificatisi durante l’intero anno precedente. Sei studenti si sono tolti la vita tra il 16 marzo e il 30 giugno; 12 studenti sono morti per suicidio tra il 1 luglio e il 31 dicembre, ha comunicato il distretto.

Un argomento tabù

Durante l’estate, mentre l’ex presidente Donald J. Trump cercava di convincere le scuole a riaprire, il dottor Robert R. Redfield, allora direttore del CDC , ha avvertito che un aumento dei suicidi tra adolescenti sarebbe stata una delle «sostanziali conseguenze, negative per la salute pubblica, delle chiusure scolastiche. I gruppi di sostegno per disagi psicologici e i ricercatori hanno pubblicato rapporti e messo a disposizione risorse per aiutare le scuole, che forniscono consulenza e altri servizi di intervento, a raggiungere virtualmente gli studenti. Ma data l’atmosfera politicamente bollente di quest’estate, molti di questi avvertimenti erano stati liquidati come «allarmisti». Sempre più genitori di studenti suicidi sostengono che collegare il suicidio alla chiusura delle scuole è diventato ormai un argomento tabù.

Un video che Brad Hunstable ha realizzato ad aprile, due giorni dopo aver seppellito suo figlio di 12 anni, Hayden, nella loro città natale Aledo, in Texas, è diventato virale per la dichiarazione contenuta nel filmato: «Mio figlio è morto a causa del coronavirus». Ma, ha aggiunto, «non nel modo in cui pensi». In una recente intervista, il signor Hunstable aveva  parlato delle difficoltà che il figlio avev dovuto affrontare durante la chiusura delle scuole: gli mancavano gli amici e il calcio passava le giornate davanti allo schermo del computer giocando a Fortnite. Si è impiccato quattro giorni prima del suo tredicesimo compleanno.

Cristina Gauri

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati