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Botswana, la “Svizzera d’Africa” che punta sull’high tech

by Giuseppe De Santis
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Botswana, africa

Roma, 8 feb – Il Botswana, noto come “la Svizzera d’Africa”, è uno dei Paesi più ricchi del continente nero e questo risultato è stato possibile grazie alla scoperta di grossi giacimenti di diamanti e al fatto che la classe dirigente di questo Paese ha investito in maniera produttiva i proventi di queste pietre preziose. Questa dipendenza dai diamanti però porta anche problemi non solo per il fatto che espone l’economia di questo paese alle oscillazioni dei prezzi e della domanda su cui non ha nessun controllo, ma anche perché i diamanti sono una risorsa finita e quindi è necessario pianificare per il futuro quando di diamanti non ce ne saranno più.

Il governo del Botswana sta seguendo diverse strade per diversificare la sua economia e una di queste prevede investimenti nel settore dell’alta tecnologia quale informatica e robotica. Un piano che consiste non solo nel formare personale altamente qualificato, ma anche nell’incentivare la nascita di imprese high tech. Per questa transizione il Botswana parte avvantaggiato visto che l’educazione di base è gratuita e il sistema scolastico è mediamente efficiente, ma ovviamente ciò non basta. Nel 2014 così è stato creato il Botswana Digital and Innovation Hub, un parco industriale che punta a creare nuove imprese ad alta tecnologia concentrando in un unico posto tutti i talenti e gli imprenditori disponibili.

Il piano per incentivare l’energia rinnovabile

Come già spiegato nel dettaglio su questo giornale, il governo del Botswana sta incentivando anche la costruzione di centrali elettriche a energia rinnovabile: non solo per raggiungere l’autosufficienza energetica ma anche per esportare elettricità alle nazioni vicine. Contando di raggiungere l’obiettivo entro 2026. Per aumentare la produzione di energia pulita l’esecutivo ha lanciato nel 2020 un piano integrato che prevede che il 15% dell’energia prodotta sia da fonti rinnovabili. La quota dovrebbe arrivare al 100% nel 2030 e sono diversi i progetti in cantiere. Il primo riguarda due centrali da 50 megawatt ciascuna situati a Selibe Phikwe e Jwaneng che verranno costruite da investitori privati e saranno operative alla fine del 2022.

Giuseppe De Santis

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