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Canada: cosa c’è dietro i roghi delle chiese cattoliche?

by Cristina Gauri
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chiese bruciate canada

Ottawa, 30 giu — Continuano a bruciare le chiese cattoliche nelle terre delle Prime Nazioni in Canada. Nell’ultima decina di giorni ignoti hanno dato alle fiamme quattro edifici, il tutto mentre il Paese vacilla per la recente scoperta di oltre 750 resti non identificati, molti dei quali appartenenti a bambini, trovati in fosse comuni nei pressi della «scuola residenziale», Marieval Indian Residential School di Saskatchewan. Lo scandalo delle sepolture di Marieval arriva dopo la scoperta di 215 cadaveri di bambini, sepolti nei pressi della Kamloops Indian Residential School. 

Le scuole residenziali

Tradizionalmente amministrate dalla chiesa cattolica, le scuole residenziali costituivano una rete di istituti, attivi in Canada fino agli anni Settanta, in cui i bimbi nativi americani ricevevano un’educazione di stampo occidentale. I bambini morivano per la tubercolosi, fame o altre malattie a causa delle pessime condizioni igieniche in cui erano costretti a vivere.

Quattro chiese bruciate in pochi giorni

Fonti della Polizia canadese rendono noto che lo scorso sabato sono andate in cenere la chiesa di Sant’Anna nella provincia della Columbia Britannica, e la Chopaka Church (Lower Similkameen Indian Band). Lunedì, in concomitanza con la Giornata nazionale dei popoli indigeni, altre due erano state date alle fiamme: a Penticton e Oliver (Sud Okanagan). «Se, fatte le dovute indagini, gli incendi dovessero risultare dolosi, la polizia canadese prenderà in considerazione tutte le possibili cause ed attiverà l’iter investigativo», ha dichiarato in una nota il sergente Jason Bayda, del Penticton South Okanagan.

Dolore e rabbia presso i nativi

Difficile non ipotizzare un collegamento tra i roghi di chiese e i ritrovamenti di resti umani presso le scuole residenziali. I leader della tribù indiana del Lower Similkameen dichiarano di comprendere il «dolore e la rabbia» emersi con le terribili scoperte delle fosse comuni, ma al tempo stesso chiedono pubblicamente di elaborare questi sentimenti «in un modo più salutare». «Questo è un sintomo del trauma intergenerazionale che stanno vivendo i nostri sopravvissuti e i loro discendenti», fanno sapere in una nota.

All’inizio di questo mese, i nativi avevano vandalizzato una statua di Egerton Ryerson, un funzionario dell’istruzione pubblica canadese autore del sistema scolastico residenziale. Sorto alla fine del XIX secolo fino agli anni ’90 del secolo scorso, ha ospitato complessivamente circa 150.000 bambini, separandoli intenzionalmente dalla loro lingua e cultura in quello che la Commissione canadese per la verità e la riconciliazione ha definito un «genocidio culturale».

Cristina Gauri

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Urvolk 1 Luglio 2021 - 3:18

“Più buia la notte, più luminosi i fuochi”

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