Philadelphia, 18 ago — Con grande scorno degli attivisti Black lives matter e degli ultrà della cancel culture, la statua di Cristoforo Colombo che sorge nella Marconi Plaza di Philadelphia potrà rimanere al proprio posto. Lo ha stabilito un giudice della Common Pleas Court Judge, Paula Patrick, bloccando la decisione dell’amministrazione cittadina di rimuovere il monumento, giudicato «problematico» e «razzista» da un’apposita commissione antirazzista.
La statua di Colombo minacciata dagli antirazzisti
Abbiamo ancora negli occhi le immagini delle decine di statue talebanizzate in tutto il mondo da orde di manifestanti con la bava alla bocca. Prima è toccato alle statue dei combattenti confederati, poi a quelle dell’esploratore genovese, eretto dagli antirazzisti a simbolo del genocidio dei nativi americani. La statua di Philadelphia ha una storia particolare: durante i saccheggi dovute alla morte di Geroge Floyd era costantemente presidiata da caratteristiche gang di cittadini italoamericani armati di lame e mazze da baseball e ben intenzionati a «non far passare il nemico». Nemico che nel luglio del 2020 era passato dalle devastazioni alle carte bollate, con la decisione della Philadelphia Historical Commission di rimuovere il monumento.
La sentenza
Nella sentenza, lunga sette pagine, il giudice ha stabilito che la decisione di rimuovere la statua di Colombo non ha alcun fondamento legale, smontando del tutto le accuse di razzismo della commissione. «È sconcertante per questa Corte vedere come la città di Philadelphia voglia rimuovere la statua senza fondamento legale. L’intero argomento della città manca di ogni giustificazione legale», ha scritto la giudice. Esulta il comitato degli «amici di Marconi Plaza», guidato dall’italoamericano Rich Cedrone. E’ stato proprio Cedrone ad avviare la causa legale a difesa della statua di Colombo. Almeno per questa volta la sete di distruzione degli antirazzisti non è stata soddisfatta.