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Caos in Moldavia, filorussi tentano irruzione in sede governo: chi guida le proteste

by Eugenio Palazzini
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moldavia, chi guida proteste

Roma, 1 mar – Nella giornata di ieri decine di persone hanno provato a fare irruzione nella sede del governo di Chisinau, capitale della Moldavia. I manifestanti, in buona parte legati al partito filorusso Sor, erano scesi in piazza per chiedere le dimissioni del governo del presidente europeista Maia Sandu e invocare le elezioni anticipate. Dopo essere stati bloccati dalle forze dell’ordine, si sono diretti verso il municipio cittadino. Alcuni dimostranti sono stati poi arrestati.

La protesta di ieri fa salire una tensione già molto alta in Moldavia, a causa della guerra in Ucraina – Paese confinante – e della traballante situazione nella regione separatista della Transnistria, dove è presente un contingente russo. D’altronde le voci su un possibile tentativo di destabilizzazione da parte di Mosca, a Chisinau proliferano dal marzo 2022. Nazione senza sbocco al mare, incastonata tra la Romania e l’Ucraina, costituita da un territorio di appena 33mila chilometri quadrati in cui vivono meno di 3 milioni di abitanti, la Moldavia sa di essere una preda facile. Non fa parte dell’Unione europea, non è membro della Nato e la Russia la giudica naturalmente parte integrante del suo “estero vicino”.

Leggi anche: Moldavia, invasione russa o mossa strategica? L’obiettivo di Putin, osservando la mappa

Chi guida le proteste in Moldavia

Se da un lato è evidente il tentativo di soffiare sul fuoco da parte dei filorussi che hanno guidato la protesta di ieri, dall’altro è indubbio che i moldavi siano afflitti da carovita e pesanti bollette energetiche. Al riguardo è però in atto un rimpallo di colpe e responsabilità. “Chiediamo elezioni anticipate. Il governo deve pagare le bollette delle persone che sono aumentate più volte per colpa delle autorità. Chiediamo anche che venga osservata la neutralità, come è scritto nella costituzione, in modo che il nostro Paese non sia trascinato in operazioni di guerra” ha dichiarato Vadim Fotescu, un parlamentare di Sor. Al contrario, secondo il Partito d’Azione e Solidarietà al governo, le proteste in atto sono un chiaro tentativo di “destabilizzare la situazione del Paese”.

Per l’esattezza la manifestazione di ieri è stata organizzata dal Movimento per il popolo, che riunisce varie sigle tra cui appunto quella più rilevante nell’opposizione moldava: il partito Sor. Quest’ultimo è stato fondato nel 1998 da Valery Klymenko come “Movimento socio-politico Uguaglianza”. Il movimento non ha mai ottenuto risultanti particolarmente eclatanti alle elezioni moldave, riuscendo però ad eleggere alcuni parlamentari.

Nell’ottobre 2016, con la guida affidata a Ilan Shor, è stato ribattezzato in Șor Party e nel dicembre 2018 è entrato a far parte dell’Alleanza dei conservatori e dei riformisti europei. Shor è comunque una figura decisamente controversa. Nato a Tel Aviv, figlio di ebrei moldavi di Chisinau trasferitisi in Israele alla fine degli anni Settanta, sposato con la cantante russa Jasmin, nel 2014 fu coinvolto nello scandalo di frode bancaria in Moldavia. L’anno successivo Shor fu sospettato dal Centro Anti-Corruzione Nazionale per il suo operato nel cosiddetto Salva Banche, per poi essere condannato agli arresti domiciliari. Nel novembre 2022, il governo di Chisinau ha chiesto alla Corte costituzionale di avviare un procedimento per la messa al bando del partito Sor in Moldavia, ritenendolo promotore di interessi di uno Stato straniero (la Russia) e accusandolo di minare l’indipendenza e la sovranità della nazione.

Eugenio Palazzini

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2 comments

fabio crociato 7 Marzo 2023 - 4:51

Mi corre l’ obbligo di riscontro-commento ad un articolo ricercante…, ricercante chi c’è dietro a Shor (apparentemente, come dicono ad est, coniglietto bianco, alias ebreo buono), rebus anche per me ed altri locali.
Avanti nella buona opera, E. Palazzini.

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fabio crociato 27 Aprile 2023 - 8:42

Riprendo… dietro a I. Shor, processato di recente in Md (e condannato, non definitivamente), ribadisco la questione “rebus”. Costui che, come sopra riportato, ha avuto, tra l’ altro, in mano la gestione della più importante banca locale, avrebbe “creato” un ammanco di circa un miliardo di euro il che ha comportato il crac della banca stessa e di altre collegate (i clienti della banca sono stati però risarciti al volo -!- pressoché in toto, salvo quelli che non essendo venuti subito a conoscenza del crac, oppure impossibilitati a presentarsi fisicamente (!), non hanno potuto beneficiare del rientro reso possibile solo per poco tempo -qualche settimana).
Il punto sostanziale per capire è: dove è finito questo miliardino e soprattutto in quale valuta, in quale sede estera e perché davvero ? Inutile ricordare che quando vogliono, anche per i soldi salta fuori dove sono andati… E considerato che gli anti Shor, amici dei moldavi modernisti locali, sono di base in Usa… Da altro canto Shor si dice innocente, contrattacca e denuncia gravi danni e scorrettezze circa le attività importanti che gli erano state consentite in loco.

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