Home » Capodoglio morto alle Canarie, nella pancia nascondeva un tesoro da 500mila euro

Capodoglio morto alle Canarie, nella pancia nascondeva un tesoro da 500mila euro

by Alessandro Della Guglia
2 comments
capodoglio, tesoro

Roma, 5 lug – Altro che tesoro in fondo al mare, il vero tesoro si nascondeva in un capodoglio trovato morto lo scorso 21 maggio sulla spiaggia di Nogales, a La Palma, Isole Canarie. Dopo oltre un mese di analisi, i veterinari dell’Istituto universitario di Salute animale e Sicurezza alimentare locale, hanno scoperto la causa del decesso dell’enorme cetaceo: una pietra d’ambra grigia, dal peso di nove chili e dal diametro di 60 centimetri, rimasta incastrata nell’intestino. Si tratterebbe, per l’esattezza, di “una secrezione biliare indurita, una pietra simile a un calcolo renale, che ha un alto valore nel settore dei profumi”, si legge nel report medico. “Può avere un valore sproporzionato nell’industria della profumeria, ha avuto, come in questo caso, un esito letale per il povero cetaceo che la produce”, spiegano i veterinari. Già, perché un blocco simile di ambra grigia vale circa 500mila euro.

Capodoglio alle Canarie, nella pancia un tesoro da 500mila euro: cos’è l’ambra grigia

L’ambra grigia è una è una sostanza molto odorosa, una delle più pregiate fragranze di derivazione animale. Viene prodotta direttamente dall’apparato digerente del capodoglio (Physeter macrocephalus) in cui si accumula come incrostazione nell’intestino. L’ambra grigia viene poi espulsa, solitamente, dal capodoglio attraverso le feci, o in caso di accumuli eccessivamente grandi viene rigurgitata. In alcuni casi può però rompere l’intestino dell’animale, provocandone la morte, come accaduto al capodoglio ritrovato alle Canarie.
Conosciuta anche come “oro fluttuante”, l’ambra grigia venne scoperta al tempo della caccia alle balene su larga scala, all’inizio del XIX secolo.

E’ utilizzata per la realizzazione di profumi, anche se Australia, India e Stati Uniti ne hanno vietato il commercio nell’ambito del divieto di cacciare e sfruttare le balene. Adesso l’istituto di Fernandes sta cercando un acquirente. I fondi raccolti andranno in aiuto alle vittime dell’eruzione del vulcano di La Palma, che tre anni fa causò danni per oltre 800 milioni di euro, distruggendo centinaia di case.

Alessandro Della Guglia

You may also like

2 comments

Lappola 5 Luglio 2023 - 9:13

Questa notizia l’ho letta pari pari almeno due anni fa.- forse il capodoglio era lo stesso, strano; il pesce dopo tre giorni puzza, come hanno fatto a tenerlo fresco così tanto tempo? .

Reply
Hvr 5 Luglio 2023 - 10:13

… quando andiamo al cesso guardiamo con attenzione prima di tirare l’acqua…non si sa mai

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati