Barcellona, 28 ott – È fermissima la reazione di Madrid alla dichiarazione di indipendenza con la quale ieri il Parlament della Generalitat di Catalogna ha proclamato unilateralmente l’indipendenza della regione.
A stretto giro di posta, il Senato spagnolo ha infatti attivato l’articolo 155 della costituzione, di fatto commissariando la regione e revocandone l’autonomia. In punta di diritto, stando a quanto pubblicato in mattinata sul Boletìn Oficial del Estado – la Gazzetta Ufficiale iberica – Carles Puigdemont non è più presidente e la stessa sorte vale per il suo vice Oriol Junqueras: al loro posto “subentrano” il premier spagnolo Mariano Rajoy e la vicepresidente dell’esecutivo Soraya Sáenz de Santamaría. Decadono dalla carica anche tutto lo staff del governo catalano e i 135 deputati del parlamento. Stessa sorte tocca al capo della polizia, i celebri Mossos d’Esquadra, maggiore Josep Luis Trapero.
“Non avranno più stipendio, non potranno più firmare nulla, sarebbe un’usurpazione”, ha spiegato un portavoce di Rajoy alla domanda su cosa potrebbe succedere qualora i soggetti decaduti continuassero ad esercitare le proprie funzioni. Un’ipotesi non remota, dato che dopo i numerosi tentennamenti la Catalogna ora sembra voler fare davvero sul serio. Nella migliore delle ipotesi, da qui al 21 dicembre – data scelta da Madrid per le nuove elezioni – si confronteranno due esecutivi, uno ufficiale e uno “ombra”. Nella peggiore invece, la ricomposizione della frattura potrebbe non essere incruenta.