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Chi era il capo dell’Isis ucciso dalle forze speciali francesi

by Eugenio Palazzini
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Roma, 16 set – Il capo dell’Isis del Grande Sahara (Eigs), Adnan Abou Walid al-Sahrawi, è stato eliminato dalle forze speciali francesi. Ad annunciarlo è stato direttamente il presidente transalpino Emmanuel Macron, via Twitter. “Adnan Abou Walid al Sahraoui, leader del gruppo terroristico Stato islamico nel Grande Sahara, è stato neutralizzato dalle forze francesi. Questo è un altro grande successo nella nostra lotta contro i gruppi terroristici nel Sahel”, scrive Macron.

Chi era il capo dell’Isis ucciso dai francesi

Sconosciuto al grande pubblico in Europa, al-Sahrawi era uno dei terroristi jihadisti più pericolosi in circolazione. Nato ad El Aaiun (Marocco), nel conteso Sahara occidentale, da una famiglia molto ricca di commercianti locali poi rifugiatasi in Algeria. Profilo particolare quello di al-Sharawi, non solo perché “nato con la camicia”. Attivo da giovanissimo nel Fronte Polisario – movimento che dagli anni settanta si batte per l’indipendenza del Sahara Occidentale – in Algeria studiò fino al conseguimento della laurea nel 1998. Dopo aver militato in vari gruppi islamisti, nel 2010 aderì a un gruppo legato ad al-Qaeda nel Maghreb, per poi esserne nominato portavoce. Tre anni dopo ricomparve in Mali, definendosi capo di un gruppo armato chiamato Mujahideen Shura Council a Gao. Con l’ascesa dell’Isis in Medio Oriente, nel 2015, giurò fedeltà ad Abu Bakr al-Baghdadi.

Il terrore del Sahel

Ad al-Sahrawi sono attribuiti numerosi attentati. Nell’ottobre 2017 ne rivendicò uno in Niger, dove persero la vita quattro militari statunitensi e quattro soldati locali. Gli Stati Uniti posero allora una taglia sulla sua testa, offrendo 5 milioni di dollari a chi avesse fornito informazioni precise sul capo terrorista. Lo scorso anno, ad agosto, sempre in Niger al Sahrawi ordinò il massacro di sei cooperanti francesi e del loro autista nigeriano. Secondo Africa Report, al-Sahrawi non usava mai cellulari e quando doveva spostarsi lo faceva in moto, senza scorta per evitare di attirare l’attenzione. Una sorta di fantasma, pericoloso e sfuggente, fino al blitz delle forze speciali francesi.

Eugenio Palazzini

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