Negli ultimi anni i rapporti tra i due paesi si sono raffreddati a causa della questione nucleare, il minimo storico è stato raggiunto però quest’anno dopo il test nucleare del 6 gennaio e i successivi test missilistici effettuati da Pyongyang, che hanno portato all’adesione cinese riguardo l’inasprimento delle sanzioni decise dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite contro la Corea del Nord. La Cina non vede di buon occhio l’attivismo nordcoreano sul nucleare perché potrebbe aumentare le tensioni con Washington, peraltro già alte a causa dell’espansionismo cinese nel Pacifico e per l’installazione del sistema missilistico statunitense nei paesi confinanti.
La visita dell’ex ministro degli esteri nordcoreano, che durerà tre giorni, ha riaperto il dialogo tra i due storici alleati, per il presidente cinese Xi Jinping “Pechino lavorerà con Pyongyang per salvaguardare, consolidare e sviluppare la loro amicizia”. Ri Su-yong invece ha ribadito che la Corea del Nord andrà avanti nello sviluppo delle politiche nucleari così come nell’economia, come stabilito dalla Byugjin Line. Nel corso di una conferenza stampa a margine dei colloqui, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying ha detto che “la Corea del Nord rimane un vicino importante, e la Cina spera di sviluppare relazioni normali e amichevoli”.
Nel frattempo l’agenzia stampa nordcoreana DPRK Today in un editoriale auspica la vittoria elettorale di Donald Trump, che viene definito anche come un “candidato lungimirante” e “politico saggio”, l’endorsment dei nordcoreani è successivo alle dichiarazioni del magnate statunitense durante un’intervista alla Reuters. Trump, in caso di insediamento alla Casa Bianca, ha dichiarato che sarebbe favorevole al dialogo con Kim Jong-un e che ritirerebbe le truppe americane stanziate in Corea del Sud, se Seul non dovesse contribuire alle spese della difesa.
Guido Bruno
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