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Cina, è inferno lockdown anche per i turisti: 80mila bloccati nell’isola di Hainan

by Cristina Gauri
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Roma, 9 ago — Quando si tratta di Covid il governo di Pechino non ha pietà nemmeno dei turisti: ne è l’emblema quanto sta accadendo negli ultimi giorni nell’isola di Hainan, nel sud della Cina, dove le autorità hanno deciso di rendere un inferno la vita di circa 80mila villeggianti imponendo il lockdown a causa di un picco di contagi verificatosi in loco. Lasciate ogni speranza o voi che andate in vacanza, verrebbe da chiosare, poiché i funzionari della sanità non hanno fatto sapere la «data di rilascio» dei poveri malcapitati.

Cina, è inferno lockdown anche per i turisti

La località turistica nel Mar cinese meridionale è entrata in lockdown sabato, con la cancellazione dell’80% dei voli e il blocco totale di tutti i treni per la Cina continentale: ai turisti, per la maggior parte provenienti da altre regioni della Cina è stato imposto di prenotare le loro stanze d’albergo e allungare il pernottamento a tempo indeterminato.

Picco di contagi

Oltre al danno si aggiunge la beffa: prima di sabato l’isola era considerata come una sorta di «porto franco» del Covid. Una meta a prova di contagio, dal momento che nel 2021 erano stati segnalati solamente due casi. La situazione è radicalmente peggiorata nella prima settimana di agosto 2022, quando il numero di positivi al tampone è salito a 1.000 nello spazio di alcuni giorni, con 689 casi sintomatici e 282 asintomatici, mentre altre città intorno alla provincia di Hainan – Danzhou, Dongfang, Lingshui e Lingao – hanno riportato più di una dozzina di casi nello stesso periodo.

I turisti devono pagare il proprio lockdown

Tra i turisti arrivati da ogni parte della Cina serpeggia il terrore da lockdown, temendo che Hainai si trasformi in una nuova Shanghai, con tutte le conseguenze del caso: rigidissime politiche anti-Covid, due mesi di isolamento totale, capannoni-lager in cui rinchiudere i positivi e «squadroni della morte» che ti ammazzano il cane se esci di casa per portarlo a fare i bisogni. Non è finita: le autorità dell’isola avevano promesso ai turisti bloccati che avrebbero potuto prenotare le camere degli alberghi a metà prezzo, ma secondo alcune testimonianze raccolte da Reuters, molti turisti intrappolati si sarebbero lamentati del fatto che non sarebbero stati applicati sconti.

I villeggianti, dunque, starebbero pagando per la propria prigionia e anzi, le tariffe, dato l’aumento di domanda, sarebbero aumentate. Le autorità di Sanya hanno reso noto che i turisti bloccati possono partire dal prossimo sabato, a condizione che mostrino cinque risultati negativi al test Covid ciascuno.

Cristina Gauri

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