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“Colloqui costruttivi”. Ma quale guerra, tra Cina e Usa è in corso una grande trattativa

by Eugenio Palazzini
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cina usa, dialogo

Roma, 6 mag – “Colloqui schietti e costruttivi”. C’eravamo tanto odiati e ci odieremo ancora, ciò non toglie che dialoghiamo e collaboriamo, perché non siamo in grado di fare altrimenti. Vista con il cannocchiale, da lontano ma con lente raddrizzatrice, la sfida tra Cina e Usa più che venti di guerra evoca un’interminabile partita a scacchi. A Pechino, come sovente ripetiamo su questo giornale, preferiscono il gioco del Go, ma in questo caso poco cambia in termini di caute mosse e attesa strategica. Perché dopo gli scontri sfiorati, sui cieli e sui mari orientali, mostrandoci un Pacifico sempre meno pacifico, d’un tratto sono emersi i primi segnali di distensione. Arcobaleno dopo la breve tempesta che ai più ansiosi faceva intravedere lo spettro di un conflitto globale.

Il continuo dialogo tra Cina e Usa

Le uniche due superpotenze globali, in realtà, non hanno mai smesso di parlarsi. Anche nei momenti di attrito massimo, la porta del dialogo è sempre rimasta aperta. In tal senso una svolta totalmente rassicurante non c’è ancora stata, ma quanto accaduto nelle ultime ore fa intravedere la volontà, da entrambe le parti, di non procedere a uno strappo dalle conseguenze catastrofiche. Dunque verosimilmente ingestibile, per Washington come per Pechino. Dagli Stati Uniti assicurano ora che alti funzionari del dipartimento di Stato e del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca hanno avuto “colloqui schietti e costruttivi” a Pechino con omologhi cinesi. Vedant Patel, portavoce del Dipartimento di Stato, ha specificato inoltre che questi colloqui rientrano negli “sforzi in corso per mantenere aperte le linee di comunicazione e approfittare dei recenti contatti diplomatici di alto livello tra i nostri due Paesi“.

Chi c’era a Pechino a cucire e ricucire? Personalità decisive nel braccio di ferro con la Cina, tra cui il sottosegretario di Stato, con delega agli affari asiatici e del Pacifico, Daniel Kritenbrink, e Sarah Beran, a capo dell’ufficio Cina e Taiwan del Consiglio di Sicurezza Nazionale. Cosa è emerso dai colloqui? Secondo Patel si sono discusse questioni bilaterali, dai cambiamenti climatici, al problema del fentanyl, passando per la questione dei diritti umani e dei cittadini americani detenuti in Cina. Per poi affrontare, ovviamente, la questione Taiwan e la necessità di mantenere aperti tutti i canali di comunicazione. Reazioni da Pechino? Il ministero degli Esteri cinese ha affermato che le due parti hanno avuto “una comunicazione sincera, costruttiva e produttiva sul miglioramento delle relazioni Cina-Usa” e sulla “corretta gestione delle differenze” in linea con il consenso raggiunto dal leader cinese Xi Jinping e dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che si erano già incontrati a margine del G20 di Bali a novembre. C’eravamo tanto odiati, ma iniziamo ad amarci.

Eugenio Palazzini

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2 comments

Germano 6 Giugno 2023 - 11:45

HA HA HA……gli usurai yankee sono così disperati che pensano di poter convincere la Cina a “volersi bene”. La Cina non cambierà idea di un millimetro sulla questione di Taiwan e la prossima manovra cinese nel mare di Taiwan metterà fine alle assurdità e alle “strategie diplomatiche” per far credere che la Cina sarà dalla parte degli yankee usurai e non dalla parte della Russia. I cinesi tengono gli Yankees prese per le palle soltanto con un’App. Si chiama Tik Tok. e hanno già reclutato le più giovani generazioni come con una droga…

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fc 6 Giugno 2023 - 2:35

Ma va ?!

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