Roma, 31 mag — Che l’uso smodato del cellulare possa far male è un assunto ormai abbastanza assodato, ma difficilmente l’essere aggrediti e subire un tentativo di rogo potrebbero essere considerati effetti collaterali della moderna telefonia smart.

Eppure è quanto accaduto nel Nordest dell’Ohio, nella cittadina di Colebrook, ove la trentaseienne Tiffany Hall ha tentato di bruciare vivo il marito, di ben ventisei anni più grande di lei. Lo riporta Metro. La donna è stata quindi arrestata e incriminata formalmente per tentato omicidio.

Tentato omicidio per un cellulare

Secondo quanto gli inquirenti sono stati in grado di ricostruire, vi sarebbe stato un litigio vertente sull’utilizzo del cellulare. La donna avrebbe quindi perso la calma, dando in escandescenze, e una volta furiosa di rabbia avrebbe prima usato violenza al coniuge picchiandolo. Successivamente, gli avrebbe riversato addosso il contenuto di una latta di benzina, dandogli fuoco. Ridotto ad una autentica torcia umana, il sessantaduenne si sarebbe precipitato in strada, urlando di dolore e chiedendo aiuto. Un testimone, avendo assistito all’incredibile scena, ha quindi chiamato le forze dell’ordine.

L’aggressione e i soccorsi

I primi a soccorrere l’uomo sono stati i vicini di casa, verso cui si era rivolto e diretto, invocando aiuto. Era stato quindi irrorato con il getto di una pompa d’acqua e sommariamente medicato, mentre venivano allertati i soccorsi sanitari, giunti sul posto con una autoambulanza. L’uomo è stato quindi trasferito presso il locale ospedale. Alcune ore veniva dichiarato fuori pericolo. La moglie invece, subito dopo la violente aggressione per causa di un cellulare, aveva cercato di far perdere le proprie tracce, rubando un’auto parcheggiata fuori dalla abitazione e allontanandosi di corsa.

La sua fuga non è comunque durata molto, visto che è stata raggiunta, arrestata e trasferita nel carcere della contea di Ashtabula. I capi di accusa sono aggressione e furto. Il magistrato ha stabilito una cauzione di 100.000 dollari, ma prima di poter essere liberata la donna dovrà comunque sottoporsi a dei test clinici atti a definirne il quadro mentale. In ogni caso il giudice ha disposto che la Hall non potrà aver alcun contatto con il marito e dovrà tenersene a debita distanza.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

1 commento

  1. Io non sarei così sicuro che le cose siano andate proprio così.
    Una donna non tenterebbe mai di fare violenza al marito.
    Potrebbe trattarsi di un ulteriore tentato femminicidio, laddove lei sosterrà la tesi di essere stata capace di svincolarsi e rovesciare sul marito la benzina che era diretta lei.

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