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Continuano le persecuzioni contro i cristiani in Sudan, bruciati i figli di Azrag Barnabas

by Andrea Bonazza
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Roma, 23 ago – Non c’è pace per i cristiani dell’Africa e, ancora una volta, è il Sudan la tomba delle comunità fedeli al Nuovo Testamento. L’African Center for Justice and Peace Studies, in questi giorni chiede indagini urgenti sulla morte di Azrag Barnabas. Barnabas era un leader cristiano della chiesa di Garsilla morto nel novembre 2021. I suoi tre figli sono morti invece lo scorso ​​13 luglio 2022 in circostanze misteriose. Il centro chiede inoltre alle autorità sudanesi di proteggere tutti i cittadini, fermare le molestie nei confronti dei cittadini cristiani e garantire il rispetto dei diritti religiosi e garantire la libertà di culto individuale.

La misteriosa morte di Azrag Barnabas

Azrag Barnabas era originario dell’area di Abyi e viveva a Garsilla dagli anni ’90 con la moglie e i figli. È deceduto all’ospedale di Garsilla, nel Darfur occidentale, nel novembre 2021 in circostanze poco chiare e sospette. Il rapporto post mortem indicava l’avvelenamento come causa della morte. Informazioni affidabili indicano che il personale medico dell’ospedale di Garsilla ha fatto del proprio meglio per salvare la vita al leader religioso ma, sfortunatamente, il sistema sanitario in regione soffre la mancanza di forniture mediche adeguate. A seguito delle circostanze poco chiare che avvolgono la morte di Azrag Barnabas, la chiesa locale ha deciso di chiudere in quanto i fedeli sono preoccupati per la propria sicurezza. Le indagini sulla morte del pastore cristiano sono state sospese dopo il colpo di stato del 25 ottobre del 2021 che ha paralizzato le istituzioni. Nessuno venne mai incarcerato o semplicemente indagato per l’omicidio.

I figli bruciati vivi

Il 13 luglio 2022, i tre figli del defunto Azrag Barnabas sono morti in un incendio scoppiato all’interno della propria casa. Sebbene la causa dell’incendio sia ancora incerta, le circostanze dello strano incidente indicano il coinvolgimento di gruppi estremisti religiosi. I bambini cristiani avevano 6, 10 e 11 anni. Due sono morti sul colpo mentre il terzo figlio è stato portato d’urgenza in ospedale, ma in seguito è deceduto per le ferite riportate. Una tragedia divampata dall’inaudita crudeltà di distruggere tre giovanissime vite per cancellarne il dna del padre. Un atto demoniaco che nessuna confessione religiosa dovrebbe sostenere.

Le persecuzioni dei cristiani in Sudan

Il cristianesimo è praticato da molto tempo in diversi stati del Sudan. Tuttavia, dal 2009, i cittadini cristiani hanno iniziato a essere presi di mira sia da gruppi estremisti che dalle autorità. Molestati, arrestati e accusati di apostasia ai sensi del codice penale sudanese del 1991, che criminalizzava la conversione al cristianesimo. Durante il governo di transizione sono stati compiuti sforzi per proteggere i cristiani poiché il reato di apostasia è stato depenalizzato. Purtroppo, però, i cittadini cristiani hanno continuato ad essere presi di mira soprattutto dopo il colpo di stato. Nel luglio 2022, quattro cristiani sono stati accusati di apostasia nella città di Zilingi, nel Darfur centrale.

Andrea Bonazza

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1 commento

fabio crociato 25 Agosto 2022 - 2:53

Certi cristiani sono stati e sono peggio dei loro avversari. Se ritenevamo di voler proprio collaborare, integrando a tempo da definirsi bilateralmente, dovevamo farlo solo con i cristiani vittime. Come hanno fatto in Svizzera, mussulmano…, per ora no grazie: “ne abbiamo tanti conciati peggio”.

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