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In marcia verso il quartiere immigrato: in Corsica l’integrazione si fa così

by Giorgio Nigra
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corse_0_0Roma, 16 ago – L’Europa alla perenne ricerca di un nuovo modello con il quale gestire “l’integrazione” ne ha uno sotto gli occhi che sembra decisamente funzionare meglio degli altri: il modello corso. Già a Natale avevamo visto centinaia di giovani di Ajaccio marciare in un quartiere immigrato al grido di “Fuori gli Arabi”, “Un popolo unito non sarà mai vinto”, “Questa è casa nostra” dopo un agguato allogeno ai pompieri della città. Una moschea era stata assaltata.

In questi giorni, sempre in Corsica, le acque sembrano particolarmente agitate. Tutto è nato da una rissa scoppiata sabato a Sisco, città balneare nel nord-est dell’isola. Tutto è nato dalla presenza in spiaggia di alcune donne magrebine in burkini, che hanno destato la curiosità dei presenti, tanto che c’è chi ha pensato di scattare loro alcune foto. Cosa non piaciuta ai parenti delle donne. Ne è nato un alterco fra allogeni e locali. Subito i magrebini hanno chiamato rinforzi e un gruppo di stranieri più grandi è arrivato armato di asce e coltelli. Lo scontro si è fatto molto violento, con lanci di sassi e bottiglie. Alla fine si sono contati cinque feriti e svariate macchine bruciate. Il giorno dopo, a Bastia, 500 persone si sono riunite in strada gridando: “Alle armi, siamo a casa nostra”. Poi hanno tentato di marciare su un quartiere a maggioranza immigrata della città, fermati però dalla polizia. Poco dopo si sono diretti verso l’ospedale in cui è ricoverato uno dei magrebini che ha partecipato alla bagarre, ma anche in quel caso sono stati fermati, stavolta con l’uso di gas lacrimogeni. Intanto il burkini sulle spiagge di Sisco è stato vietato dalle autorità locali.

Quel che però stupisce è soprattutto la vitalità della reazione locale, la presenza di reazioni autentiche e legami clanici, la capacità di saper ancora concepire un “noi” e un “loro”. Persino gli indipendentisti corsi, qualsiasi cosa si pensi della loro causa, hanno dimostrato una netta differenza rispetto ai loro colleghi del resto d’Europa. Qualche tempo fa il Flnc (Front de libération nationaliste corse) ha diffuso un comunicato in cui ha minacciato l’Isis di ritorsioni in caso di attentati sul territorio corso: “La vostra filosofia medievale non ci spaventa”, avevano detto gli indipendentisti. E avevano aggiunto: “Sappiate che ogni attacco contro il nostro popolo conoscerà da parte nostra una risposta determinata senza alcuna esitazione”. Per quanto arricchito di qualche precisazione anti-xenofoba d’ordinanza, il comunicato ha fatto eco per il tono inedito, in Europa. Questo significa che l’oasi di autenticità rivoluzionaria che molti hanno sperato di trovare in Iran, Palestina, Cuba o Russia è stata finalmente individuata e si trova in Corsica? No, probabilmente anche lì la dinamica destrutturante della modernità starà scavando in profondità. Ma almeno, prima di morire, hanno deciso di vendere cara la pelle. E’ già moltissimo.

Giorgio Nigra

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2 comments

Anonimo 16 Agosto 2016 - 3:58

Abbiamo tanto da imparare dalla Corsica e dai Corsi.Situazione che seguo ormai da anni.Tra l’altro stavo a Bastia in quei giorni.Li la nazione è una realtà vivente e collettiva.Saluti.

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io 18 Agosto 2016 - 8:56

Confronto a tutto quello che non facciamo noi in italia….

Anche perchè se dici una cosa del genere, vieni subito bollato come razzista, xenofobo, gran figlio di put…. etc etc…

Che paese di idioti…

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