Roma, 19 mag – Usati come merce di scambio, in seno a un braccio di ferro politico. Ricatti seguiti da vendette, e nel mezzo una serie di passi falsi diplomatici. Si spiega così l’ondata di immigrati che ha trovato Ceuta, città autonoma spagnola circondata dal Marocco. Un’enclave blindata, sulla carta protetta da una barriera volta a ostacolare l’immigrazione illegale e il contrabbando. Circa 8mila persone sono però riuscite a varcare la frontiera entrando a Ceuta, 4mila sono state respinte dall’esercito spagnolo.
Ceuta, il governo spagnolo schiera l’esercito ma è travolto dalle polemiche
Il premier Pedro Sanchez ha provato a rassicurare: “Voglio comunicare agli spagnoli, specialmente a quelli che vivono a Ceuta e Melilla, che ristabiliremo l’ordine con la massima celerità. Saremo fermi di fronte a qualsiasi sfida. L’integrità di Ceuta come parte della Nazione spagnola sarà garantita dal governo con tutti i mezzi disponibili”.
L’opposizione attacca però a gamba tesa il primo ministro, che è pure segretario del Partito Socialista Operaio Spagnolo. Pablo Casado, presidente del Partito Popolare, chiede al governo di Madrid un cambio di passo netto nella politica estera, ricordando che “Ceuta è spagnola da 600 anni” e “ i nostri connazionali non si meritano” questa situazione.
L’invasione di Ceuta, ovvero la rappresaglia del Marocco
Com’è possibile però che migliaia di persone siano riuscite d’un tratto ad attraversare il confine? Il sospetto è che le guardie di frontiera del Marocco abbiano lasciato passare gli immigrati. Un atto che suona come una vendetta per l’ospitalità concessa dal governo spagnolo a Brahim Ghali, leader del movimento separatista Fronte Polisario. Quest’ultimo da anni è in guerra aperta con Rabat, rivendicando l’indipendenza del Sahara occidentale. Chiaro quindi che alle autorità marocchine non sia piaciuta l’accoglienza di Sanchez a un capo separatista. Di qui l’ipotesi di una rappresaglia. Si veda le parole sibilline di Karima Benyaich, ambasciatrice del Marocco in Spagna: “Ci sono atteggiamenti che non si possono accettare, ci sono azioni che hanno conseguenze e bisogna assumersene la responsabilità”. Un indizio che non fa una prova, ma poco ci manca.
Intanto Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione europea e responsabile Ue delle politiche su migrazione e sicurezza, prova ad alzare la voce: “Nessuno può ricattare l’Ue. Non possiamo essere vittime di tattiche di paesi terzi che cercano di sfruttare l’immigrazione”. L’Europa, precisa Schinas alla radio spagnola, non “si lascerà intimidire da nessuno”. Peccato che sia già successo.
Eugenio Palazzini
2 comments
“Nessuno può ricattare la Ue”?! Stanno cadendo nel ridicolo.
[…] frontiera terrestre tra Marocco e le due «enclave» di Ceuta e Melilla — che da anni si ergono ad avamposto dell’Ue volto a ostacolare l’immigrazione […]