Roma, 28 ott – Due pescherecci britannici sono stati fermati nella Baia della Senna dalla gendarmeria marittima francese. Una di queste imbarcazioni è stata addirittura temporaneamente “sequestrata”, ovvero dirottata al porto transalpino di Le Havre. Mentre l’altra è stata semplicemente sanzionata per “intralcio ai controlli”. Il primo natante rischia anche la confisca del prodotto della pesca poiché, stando a quanto riferito dalle autorità francesi, non sarebbe in possesso di valida licenza. Siamo insomma di fronte a una sorta di battaglia navale tra Francia e Inghilterra.
La battaglia navale tra Francia e Inghilterra
A maggio il premier britannico Boris Johnson inviò infatti due navi da guerra, la Severn e la Tamar, per pattugliare la zona di mare dell’isola di Jersey (nel canale della Manica) e dunque scoraggiare i possibili blocchi dei pescatori. Macron rispose con la più classica delle mosse da battaglia navale, inviando cioè a sua volta due navi militari.
La guerra dei molluschi
Ma davvero la pesca può scatenare una guerra tra due nazioni? Certo che sì, non sarebbe neppure la prima volta nella storia. Quanto però sta accadendo tra Francia e Regno Unito non è destinato a tramutarsi in conflitto bellico vero e proprio (per fortuna) e neppure ha troppo a che fare con i pesci. Anche se qualcuno ha già ribattezzato così lo scontro in mare aperto: “Guerra delle capesante”. Fronte molluschi dunque. “Durante la stagione della pesca delle capesante”, questo genere di pattugliamenti fanno “parte dell’inasprimento dei controlli nella Manica, nell’ambito delle discussioni sulle licenze con il Regno Unito e la Commissione europea”, scrive il ministro francese per il Mare, Annick Girardin, in una nota pubblicata su Twitter. Più che i molluschi c’entra di nuovo la Brexit insomma.
Brexit ci cova
In ogni caso, precisa Girardin, queste misure sono state attuate “per difendere i diritti dei pescatori francesi”, non si traducono dunque con dichiarazione “di guerra”. Semmai riflettono la “battaglia” in atto per costringere Londra a rispettare gli accordi post Brexit. Tra questi vi sono appunto quelli sulla pesca. In pratica l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea ha fatto decadere l’accordo del 2004 tra pescatori francesi e inglesi. Un’intesa che prevedeva la spartizione della zona di pesca delle isole del Canale della Manica (si veda appunto il caso di Jersey).
Eugenio Palazzini