Roma, 28 ott – Il ddl Zan muore e la sinistra piange. Ma non si arrende. Il giorno dopo il naufragio, qualcuno cerca di far capire che la barca, seppur affondata, potrebbe essere ricostruita e varata di nuovo. E chi pensa che la questione sia chiusa qui, probabilmente, non ha ben capito – ancora – la forza della cultura progressista in questo Paese.
Ddl Zan, la sinistra lo riproporrà: qualche segnale
Il primo segnale che non si mollerà tanto facilmente arriva dalla stampa “di sistema”, quella mainstream, dove già si riflette sulla possibilità di proporre un nuovo testo, in grado di essere approvato, ma che comunque non potrà essere presentato prima di sei mesi. Vengono in mente soprattutto le riflessioni pubblicate su Open e Repubblica. Il giornale edito da Enrico Mentana esordisce stamattina con un articolo dal titolo piuttosto inequivocabile: Ddl Zan affossato, ecco cosa succede ora e perché è necessario un nuovo testo.
Il pezzo enfatizza la “fatica” che avrebbe portato la legge a “sprecare” due anni e al fatto, inevitabile, di dover “ripartire da zero”, visto che il rifiuto ha mandato “così in soffitta i due anni che ci sono voluti per arrivare al voto di ieri”. Lo stesso Mentana, su Facebook, commenta quasi stizzito la soddisfazione del senatore Simone Pillon, addirittura apostrofandolo come “il solo che ride” per il rigetto del ddl. Quasi come se nessun senatore avesse votato contro oltre lui.
Anche Repubblica, nell’articolo di oggi, asserisce quanto “serviranno mesi e un nuovo testo da ripresentare”. “Servirà” e “ci vorrà” sono proposizioni che esistono soltanto se si ha voglia di insistere. E il fronte progressista lo farà. Eccome.
La storia parla chiaro
I progressisti liberal non hanno mai perso una battaglia, soprattutto in materie etiche, dagli anni Sessanta del XX secolo in avanti. Aborto, divorzio, procreazioni assistite, unioni civili. In corso ci sono: uteri in affitto, adozioni gay, eutanasia, legalizzazione delle droghe. Alcune sono più complicate, ad altre sembra basti veramente una spallata compatta di tutto il campo progressista affinché diventino realtà. Una di queste, probabilmente, è proprio l’appena affossato ddl Zan.
La potenza mediatica, culturale e anche economicamente favorevole della società globalizzata è incalcolabile. Il mondo conservatore, se prendiamo in esame lo stesso periodo storico, è al massimo riuscito a rallentare o rimandare certi percorsi, azione che – in un modo o nell’altro, per quanto criticabile – sta cercando di fare anche adesso. Ma è lecito attendersi nuove cariche e nuove insistenze. Fino al risultato finale.
Ci riproveranno, e con il triplo delle energie a loro disposizione. Magari non utilizzando di nuovo Alessandro Zan come presentazione. Ma lo faranno. Vedremo ciò che accadrà.
Stelio Fergola