Roma, 9 feb – Di fronte al fiume di politicamente corretto che costantemente ci travolge sui media, sulla crisi Ucraina sono significative le riflessioni in controtendenza di Alain Rodier ed Eric DenĂ©cĂ©, analisti del Centre français de recherche sur le renseignement di Parigi.
La “finlandizzazione” dell’Ucraina: riflessioni di due analisti francesi
Iniziamo dalla riflessione di Rodier. In primo luogo, l’esperto osserva che l’eventuale guerra in Ucraina non sarĂ rapida e nessuno può sapere come andrĂ a finire. In secondo luogo – non senza una certa ironia- Rodier sottolinea che sarebbe interessante sapere se i leader politici che fanno parte della Nato sono disposti a mandare a morire i loro concittadini per difendere l’Ucraina, nazione che rimane poco conosciuta alla societĂ civile europea. Inoltre non sembra che negli Stati Uniti – e piĂą in generale nei Paesi membri della Nato – vi sia stata una mobilitazione particolare per la democrazia in Ucraina. In terzo luogo l’analista francese sottolinea come ci si stia muovendo verso una vera e propria “finlandizzazione” dell’Ucraina. L’Ucraina insomma non entrerĂ nell’Ue o nella Nato, ma rimarrĂ indipendente da Mosca.
Agenti e destabilizzazione mediatica
Secondo Eric DenĂ©cĂ©, non c’è dubbio che la Dia (l’agenzia di intelligence statunitense per la difesa) abbia schierato agenti in Ucraina e nei paesi dell’Est. Gli operatori delle forze speciali americane e le unitĂ militari clandestine sono chiaramente presenti in Ucraina.
In secondo luogo, sottolinea l’analista francese, ciò che è sorprendente è che la disinformazione sia talmente ampia e sistematica che si arriva al punto di pensare – in modo illusorio – che gli Stati Uniti rappresentino sempre e comunque la veritĂ , la libertĂ e la giustizia. Una delle cause dell’attuale situazione di grave tensione dipende dalle scelte di Joe Biden e di Boris Johnson. Entrambi i leader hanno interesse a deviare l’attenzione dei loro concittadini dai numerosi problemi interni, per indirizzare l’attenzione dell’opinione pubblica su problemi di carattere internazionale rispetto ai quali sperano di raggiungere un successo significativo.
Roberto Favazzo