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Lo schiaffo della Croazia agli eurodeputati Pd: «Da noi non entrano i provocatori»

by Elena Sempione
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Pd Croazia

Roma, 2 feb – Alcuni esponenti del Partito democratico hanno fatto una scoperta sensazionale: i confini esistono ancora. Anche nell’Unione europea. Il brusco risveglio è avvenuto sabato scorso, quando quattro eurodeputati del Pd (Brando Benifei, Pietro Bartolo, Alessandra Moretti e Pierfrancesco Majorino) si sono presentati alla frontiera della Croazia. L’obiettivo della missione era visitare il campo profughi di Lipa a Bihac, per sincerarsi delle condizioni di vita degli immigrati lì stanziati. Ma visto che a Zagabria non hanno l’anello al naso, non ci hanno messo molto a capire qual era il vero motivo della visita. Risultato: la polizia croata ha bloccato i quattro europarlamentari, che sono poi corsi a frignare sui social.

Cà nisciun è fess

Il campo profughi di Lipa, devastato da un incendio alla vigilia dello scorso Natale, è finito al centro delle attenzioni della stampa immigrazionista, visto che la rotta balcanica dei migranti si è riaperta e i soliti noti non vedono l’ora di sfruttare la situazione a proprio vantaggio. Allestito a tendopoli in attesa della costruzione delle nuove strutture, il campo deve aver fatto gola ai quattro europarlamentari dem, pronti a farsi alfieri dei «diritti dei migranti». O, molto più prosaicamente, pronti a farsi pubblicità. Come detto, però, la Croazia non ci stava a passare fessa, e ha quindi deciso di fermare i quattro eurodeputati del Pd a 150 metri proprio confine.

La Croazia risponde al Pd

Così ha riassunto l’accaduto Davor Bozinovic, il ministro dell’Interno croato: «Il comportamento dei quattro deputati italiani [del Pd] è da condannare anche perché era un evidente tentativo di screditare la reputazione della Croazia e di non rispettare le sue leggi». D’altra parte, ha aggiunto il ministro, «a cosa servono i valichi di confine se ci sono persone che si permettono di entrare e uscire dagli Stati percorrendo boschi e fiumi?». In sostanza, ha spiegato Bozinovic, nessuno dei quattro europarlamentati dem aveva un permesso «poiché non esiste la possibilità di rilasciare permessi per attraversare i confini in modo illegale».

La solita passerella dei dem

Insomma, malgrado i quattro eurodeputati abbiano vivamente protestato, la Croazia non solo non ha presentato scuse, ma ha anzi annunciato di aver aperto un’inchiesta e che si rivolgerà all’Europarlamento. Bozinovic, infatti, ha le idee piuttosto chiare: per il ministro, l’intenzione dei quattro dem era quella di «fare una performance al confine, dato che nelle stesse ore era stato notato anche uno spostamento di un gruppo di migranti verso il punto dove gli eurodeputati avrebbero voluto entrare in Bosnia». D’altra parte, non è la prima volta che esponenti del Partito democratico hanno fatto passerelle in favore dei migranti: basti ricordare l’incontro con Carola Rackete sulla Sea Watch, che di lì a poco avrebbe speronato un’imbarcazione della Guardia di Finanza. In Croazia, però, non ci sono cascati. E non ci voleva tanto.

Elena Sempione

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2 comments

blackwater 2 Febbraio 2021 - 12:55

l’idea di questi signori era forse quella di fare da “apripista/passeur” per i migranti ?

altrimenti proprio non si spiega perchè questi piddini non siano subito entrati in Bosnia per i valichi doganali previsti, ove i migranti ovviamente NON possono passare ma i primi assolutamente sì,come poi hanno fatto senza problema alcuno.

un’altra volta parleremo dell’abbondante postproduzione sulle foto e sui video allegati in modo da far sembrare i “nostri” eroi sotto una tempesta di neve himalayana,a pochi chilometri di distanza dalla foto qui pubblicata ove di neve…manco un fiocco che sia uno.

l’effetto “tormenta di neve” in post produzione è così evidente da suscitare pena e dispetto indipendentemente dalla messinscena da teatrino di periferia.

Reply
Marc 2 Febbraio 2021 - 6:42

Tra loro dei beniamini di Soros. Calci in culo.

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