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Da Bill Gates a Blinken: sguardo sulla grande trattativa tra Usa e Cina

by Eugenio Palazzini
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Roma, 19 giu – Minacce, accuse, scontri sfiorati nei cieli e nei mari, dazi, sanzioni, dispetti, azioni di spionaggio, tensioni continue. Il braccio di ferro tra Cina e Usa va avanti così, da qualche anno, senza che si arrivi a un vero e proprio conflitto. Perché nessuno, a Washington come a Pechino, vuole davvero arrivarci, al conflitto. Sarebbe una catastrofe per entrambe le parti, romperebbe un equilibrio di convenienza, farebbe scomparire quella spartizione globale generata da inevitabile interdipendenza allorché gli Stati Uniti non sono più in grado di dominare in solitaria. Si alza dunque la posta, per ottenere il più possibile sul tavolo della diplomazia. E’ un grande gioco già visto nella storia, con altri protagonisti. La variabile impazzita, nella grande trattativa in atto, resta Taiwan. Il prezioso anello perduto dal Dragone può sempre far saltare il tappo ed è essenzialmente per questo che a Pechino si sono incontrati il ministro degli Esteri cinese Qin Gang e il segretario di Stato americano Antony Blinken. Un colloquio preceduta da un altro incontro “curioso”, e non per questo meno rilevante: quello tra Bill Gates e Xi Jinping.

Segnali di disgelo, con la variabile Taiwan

Cosa sta emergendo dal dialogo tra le due superpotenze? Da una parte emergono i primi segnali di disgelo, dall’altra l’intransigenza cinese sul dossier Taiwan. Ma andiamo con ordine.

Entrambe le parti hanno definito “franchi”, “sostanziali” e “costruttivi” i colloqui avvenuti tra Blinken e Qin Gang. Quest’ultimo ha accettato peraltro l’invito ad andare a Washington per proseguire la trattativa. Tuttavia, lo stesso ministro degli Esteri cinese non ha esitato a definire le relazioni tra Usa e Cina al “punto più basso” dal 1979. “Le relazioni sino-americane sono al punto più basso dall’instaurazione delle relazioni diplomatiche, il che non è conforme agli interessi fondamentali dei due popoli, né soddisfa le aspettative comuni della comunità internazionale”, ha detto il ministro cinese, secondo cui la politica di Pechino nei confronti di Washington ha “sempre mantenuto continuità e stabilità ed è fondamentalmente basata sui principi di rispetto reciproco, coesistenza pacifica e cooperazione vantaggiosa per tutti”, come proposto dal presidente Xi Jinping.

In ogni caso, la Cina è ora impegnata “a costruire relazioni sino-americane stabili, prevedibili e costruttive. Si spera che la parte statunitense sostenga una comprensione obiettiva e razionale della Cina”, la incontri “a metà strada, mantenga le basi politiche delle relazioni bilaterali e gestisca incidenti imprevisti con calma, professionalità e razionalità”. E ancora: “Le due parti dovrebbero attuare pienamente il consenso” ottenuto dai presidenti Xi Jinping e Joe Biden nell’incontro di Bali di novembre 2022, a margine del G20, “in modo da promuovere la stabilizzazione delle relazioni sino-americane e rimetterle in carreggiata”. Come prevedibile però, la Cina non fa passi indietro su Taiwan. Anzi, “esorta la parte Usa a rispettare il principio della Unica Cina” e ad attuare “l’impegno a non sostenere l’indipendenza di Taiwan”.

Permane quindi una reciproca diffidenza, ma prosegue al contempo quella “comunicazione sincera, costruttiva e produttiva sul miglioramento delle relazioni Cina-Usa”, già rimarcata a inizio giugno.

Bill Gates? “Primo amico della Cina”

In tutto questo tre giorni fa c’è stato un altro importante incontro a Pechino, quello tra il fondatore della Microsoft Bill Gates e il presidente Xi Jinping. L’emittente statale Cctv ha ricordato che Bill Gates per Xi Jinping resta il “primo amico americano” della Cina. D’altronde il noto imprenditore è il primo cittadino statunitense incontrato dal presidente cinese dall’inizio del 2023 e dalla fine dell’isolamento pandemico. Il primo amico americano della Cina è anche, forse, il primo arcobaleno dopo la breve tempesta che ai più ansiosi faceva intravedere lo spettro di un conflitto globale. La Cina appare di nuovo vicina… agli Usa.

Eugenio Palazzini

 

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1 commento

Germano 19 Giugno 2023 - 3:54

Fortunatamente, Xi Jimping non è la Melona e questi incontri con i corrotti rappresentanti occidentali non sono altro che un passaggio di tempo e, di sfuggita, una raccolta di dati, impronte digitali, informazioni ad alta tecnologia sui personaggi sbarcati in Cina in visita a Xi.
Questa crapa di Gates, in particolare, i miliardi che possa offrire a Xi non rappresentino nulla in Cina, altro ai servi governanti europei.
Il motivo del viaggio? Un accordo su come gestire la prossima pandemia creata come sempre da questo criminale yankee. Questa è la “geopolitica” di questi ebrei.

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