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Snobbare la Nations League è roba da fighette snob

by Stelio Fergola
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Nations League

Roma, 19 giu – “La Nations League è un torneo che non vale nulla”. Troppo spesso l’ignoranza pervade il tifo calcistico di bassa lega, ammesso e non concesso che di “tifo” si possa parlare, perché i calciatori, in questa competizione, hanno mostrato tutt’altro: a meno di non avere gli occhi foderati delle proverbiali fette di prosciutto.

Nations League, un torneo da rispettare: lo hanno dimostrato i calciatori

Quando all’ottantottesimo minuto il subentrato Joselu ha beffato l’Italia nella semifinale di Nations League, tre giorni fa, los rojos erano così poco interessati alla questione da sommergerlo (anche dalla panchina) ed esultare – come è giusto che sia – per la finale appena conquistata. Quando la stessa nazionale spagnola ha poi trionfato nella gara successiva con la Croazia, scene simili e invasioni di campo simili. Allenatore, staff, panchinari, tutti. Perfino nella finalina del terzo posto, che contava zero nel contesto, si è assistito a un finale acceso in cui l’Olanda ha fatto letteralmente di tutto per rimettere in piedi la sfida con la nazionale di Mancini. Non fregava talmente tanto ai calciatori delle due nazionali coinvolte nella sfida di fatto più inutile da accapigliarsi perfino in risse e discussioni nel finale che sono proseguite pure dopo il triplice fischio.

Ora, queste cose si possono osservare oppure si può far finta che non esistano. Oppure, banalmente, si può essere ciechi. Ultima possibilità: può non fregare nulla. Ma non è detto che se non freghi all’osservatore non abbiano un valore sul campo. La Nations League è ovviamente un torneo meno importante sia dei Mondiali che degli Europei: non ci vuole un esperto scienziato per capirlo. Ma dire che non valga nulla, con la campagna che ha fatto l’Uefa negli ultimi anni per giunta, può voler dire solo due cose: essere degli ignoranti o degli snob (o meglio, dei perdenti nati).

Lo snobismo è l’anticamera del perdente

Vincere aiuta a vincere, sempre. Vale per le competizioni per club di nuova creazione considerate “inferiori” solo da chi si sente un po’ “stocazzo” senza vincere assolutamente nulla (si parla della Conference League ma anche dell’Europa League, finalmente rivalutata dalle squadre italiane solo negli ultimi anni) come vale per un torneo giovane, ma prestigioso e importante, come la Nations League. Chi la snobba parla sicuramente con la erre moscia. Anzi, con la evve. Se non ufficialmente, di sicuro interiormente. Per fortuna i calciatori delle quattro nazionali impegnate nelle finali hanno dimostrato di avere ben altra mentalità. Ovvero quella di chi vuole competere sempre e non la povertà di sentirsi fighi (per giunta, senza neanche nulla in bacheca di recente da esibire). In estrema sintesi: calciatori che, indipendentemente dal risultato, non si sono dimostrati dei perdenti.

Stelio Fergola

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