Roma, 19 giu – Nel Pd tira una brutta aria contro Elly Schlein. La linea politica del segretario, negli ultimi mesi e specialmente dopo la “sfilata” con il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, viene discussa ai quartieri alti del Nazareno, come riporta anche il Giornale.
Pd, la linea Schlein non piace a tutti
Qualcuno lo chiama “processo”. Senza dubbio è una situazione complicata, quella in cui nel Pd si trova il segretario Schlein. Oggi alle 15 si riunirà la direzione nazionale del partito al Nazareno, e si punterà l’indice sulla cara Elly. Non è piaciuto il sodalizio con Conte, e nemmeno la relativa quiete dopo le frasi di Beppe Grillo sulle brigate e i passamontagna vari. Una piazza ritenuta “troppo filo Putin”, tra le altre cose. Al punto che non si può escludere una possibilità: che il segretario metta ai voti la relazione della giornata di oggi. Un vero e proprio voto di fiducia, insomma. Ci saranno anche Stefano Bonaccini e Lorenzo Guerini, appartenenti alla cosidetta “ala riformista” e principali polemici contro la Schlein. Il secondo ha dichiarato, parlando delle divergenze sul conflitto nell’Est Europa: “Non posso non rimarcare la distanza siderale da ciò che è stato detto sulla guerra. Il Pd è dalla parte dell’Ucraina”, mentre Deborah Serracchiani, Simona Malpezzi e Pina Picierno tuonano contro gli abbracci a Conte: “C’è grande disagio nel partito, bisognava evitare di andare nella piazza dei Cinque Stelle”.
Partito spaccato: il silenzio del segretario
Per ora, la Schlein non parla. I retroscenisti non escludono uno strappo che sarebbe effettivamente inaspettato. Dai riformisti la sintesi che viene fuori è una sorta di “Sel si è presa il Pd”, con il solito modo di fare senza sostanza tipico della sinistra (la morta e sepolta Sel, sulle questioni fondamentali, viaggiava sulla stessa linea del principale partito d’area, come è sempre avvenuto per i cosidetti partiti satellite, ma fingiamo che l’illusione abbia un senso). Qualcuno mette addirittura in dubbio l’esistenza del Partito democratico dopo la seduta di oggi. Vedremo ciò che accadrà, ma in ogni caso sarà una questione di poco conto. Mai come per la sinistra, vale il motto – modificato – “morto un Pd se ne fa un altro”. Solo con diverso nome.
Alberto Celletti
1 commento
Da comunisti a democratici al nulla, si estinguano pure. La sinistra non la copriranno mai più.
sCHlein, lascia perdere le mutande e suoi contenuti, torna in Svizzera a spiegare Nato, Europa, Mondialismo e loro degenerazioni, avrai più fortuna. E dirai grazie poi agli “estremisti” uniti italiani.