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Dal profondo degli abissi riemerge la storia del Titanic

by Andrea Bonazza
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Roma, 17 mag – Uno sguardo senza precedenti sta incantando il mondo intero sulla fatidica scomparsa del Titanic, svelando la prima scansione digitale completa del leggendario naufragio. Una tremenda pagina di storia moderna che costò la vita a millecinquecento persone, ma che continua ad affascinare per la sua storia tragica, ispirando film e romanzi di ogni generazione. Utilizzando una tecnologia all’avanguardia per la mappatura delle profondità marine, il Titanic, che riposa nell’Oceano Atlantico a una profondità di 3.800 metri, ci appare ora in una straordinaria visualizzazione 3D. Ciò consente al pubblico globale di vedere la famosa nave come se non ci fossero acque a offuscarne la visuale.

Verso la vera storia del Titanic

Per la prima volta nella storia, oggi possiamo gettare nuova luce sui misteri che circondano il tragico affondamento del transatlantico avvenuto nel 1912, durante il suo viaggio inaugurale da Southampton, nel Regno Unito, alla statunitense New York. Parks Stephenson, un analista del Titanic, ha espresso il significato di questa impresa. “Ci sono ancora domande fondamentali che richiedono risposte su questa storica nave” – ha affermato Stephenson, sottolineando che questo modello digitale rappresenta un passo cruciale verso la ricerca basata sull’evidenza, allontanando la narrativa del Titanic dalla speculazione e verso l’esplorazione dei fatti.

Un ritratto 3D della nave fantasma

Dalla scoperta del relitto nel 1985, la comunità scientifica internazionale ha compiuto notevoli sforzi per indagare sul Titanic. Tuttavia, a causa delle sue immense dimensioni e della profondità marina in cui giace, le spedizioni precedenti hanno potuto catturare solo scorci frammentari della nave in degrado negli abissi. Oggi, però, la scansione appena svelata fornisce una visione onnicomprensiva del Titanic, svelando finalmente il suo stato integrale. Come si evince dalle immagini, la nave è divisa in due sezioni, con prua e poppa separate da circa 800 metri, avvolte da un vasto campo di detriti. Nel 2022, Magellan Ltd, una società di mappatura di acque profonde, in collaborazione con Atlantic Productions, ha intrapreso l’impresa rivoluzionaria producendo contemporaneamente un documentario sull’argomento. I sommergibili telecomandati, diretti da un team a bordo di una nave specializzata, hanno dedicato oltre 200 ore al meticoloso rilevamento del relitto. Catturando oltre 700.000 immagini da varie angolazioni, è stata meticolosamente realizzata una precisa ricostruzione 3D del Titanic.

Facendo riemergere una storia inabissata

Gerhard Seiffert, capo pianificatore della spedizione della Magellan, ha condiviso le sfide incontrate durante questo vasto progetto di scansione subacquee. “La profondità del sito, quasi 4.000 metri, ha presentato una sfida formidabile, aggravata da forti correnti e rigidi protocolli di conservazione per evitare di danneggiare il relitto” ha spiegato Seiffert in un’intervista alla BBC. “La mappatura di ogni centimetro quadrato – continua – comprese aree apparentemente insignificanti come il campo di detriti e il fango, era essenziale per creare una rappresentazione coerente di questo sito significativo”. La scansione non solo trasmette l’immensa mole della nave, ma rivela anche intricati dettagli come il numero di serie inciso su una delle eliche.

Nelle profondità, laddove il tempo si è fermato

Mentre la prua ricoperta di ruggine conserva la sua forma iconica, le stalattiti ne accentuano il decadimento e il ponte della barca presenta un vuoto cavernoso, laddove un tempo sorgeva la grande scalinata resa famosa dall’omonimo film con Leonardo DiCaprio. Al contrario, la poppa presenta una caotica fusione di metallo contorto, prova della sua straziante discesa nell’abisso atlantico. All’interno del campo di detriti circostante, emerge una manciata di manufatti, che vanno da ornamenti e statue di navi a bottiglie di champagne mai aperte. Sparpagliati tra questi resti, giacciono oggetti personali, tra cui dozzine di scarpe appoggiate sul sedimento, ognuna delle quali testimonia la morte dei millecinquecento passeggeri che partirono per quella che doveva essere la prima storica traversata dell’oceano su un imbarcazione così grande. Così è stato, ma non arrivarono mai a destinazione.

Andrea Bonazza

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