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DeSantis contro Trump, grazie a Elon Musk. Ma soprattutto a PayPal

by Eugenio Palazzini
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Roma, 24 mag – Non è un segreto che l’establishment del Partito Repubblicano voglia silurare Donald Trump. Ci prova da anni, senza successo, perché il tycoon è alquanto ingombrante, imprevedibile, ingestibile. Semplicemente, Trump risponde solo a sé stesso ed è come se avesse inaugurato un nuovo corso nella politica statunitense. Oltre lo storico scontro tra i due macro partiti, repubblicani vs democratici, nelle arterie americane si è insinuato un trumpismo sconquassante. Di qui la necessità di tornare al rassicurante schema precedente, quello che ha garantito la quieta alternanza alla Casa Bianca per circa un secolo. Per raggiungere l’obiettivo, ai repubblicani serve però un leader alternativo a Trump, una figura più gestibile ma al contempo sufficientemente convincente per un elettorato sempre più schizofrenico. Non è detto che questa figura sia stata trovata, quel che è certo è che i vecchi saggi repubblicani la intravedono. Risponde al nome di Ron DeSantis, governatore della Florida particolarmente apprezzato da un altro uomo chiave negli States (e non solo): Elon Musk. Ma non è tutto, perché PayPal ci cova.

DeSantis sfida Trump, con il megafono Elon Musk. E nel segno di PayPal

DeSantis ha rotto gli indugi e stasera lancerà la sua candidatura alla presidenza Usa. Lo farà in un colloquio su Twitter direttamente con il proprietario del social, Elon Musk. E’ quanto reso noto da Fox News. La presentazione di DeSantis verrà trasmessa in diretta su Twitter Spaces dalle 18 ora locale (mezzanotte in Italia), con tanto di video spot elettorale, e sarà moderata dall’imprenditore David Sacks. La presenza di quest’ultimo non è affatto casuale. Sacks è infatti un potente imprenditore, già membro della cosiddetta “Mafia di PayPal”, esclusivo club di programmatori e manager che iniziarono a sviluppare PayPal, rendendolo piano piano strumento globale per il trasferimento di denaro e le transazioni commerciali. Tra gli appartenenti a quel club, tredici persone in tutto, c’era anche Elon Musk.

E Sacks, esattamente come Musk, ha sempre affermato di essere un tutore della libertà di parola, attaccando le grandi piattaforme di social media per aver bandito alcuni politici.
E sempre come Musk, dopo l’iniziale folgorazione per Trump, negli ultimi tre anni ha sostenuto in vari modi il governatore DeSantis. Lo ha fatto con dichiarazioni rilasciate su Fox News e post Twitter, ma anche con apposite donazioni. In apparenza, tutto questo è gradito ai vertici repubblicani, tuttavia non è affatto detto che riescano a controllare i già membri della cosiddetta “Mafia di PayPal”. Potrebbero insomma avere lo stesso problema che hanno avuto con Donald Trump.

Eugenio Palazzini

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