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Difesa comune: il nuovo piano Ue da 1,5 miliardi

by Michele Iozzino
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Roma, 5 mar – La Commissione europea ha presentato oggi un piano da 1,5 miliardi di euro per la difesa comune dell’Ue.

L’Alto rappresentante Borrell: “L’Europa è ancora in pericolo”

“La pace non è più scontata”, è questo il punto di partenza dell’Alto rappresentate Ue per la politica estera Josep Borrell nel presentare la nuova strategia europea. Il riferimento è naturalmente ai rischi connessi al conflitto fra Russia e Ucraina: “L’Europa è ancora in pericolo, la guerra è ai nostri confini ed è una guerra che non sembra finire presto ed è per questo che dobbiamo rafforzare la nostra capacità di produzione, passando da una modalità di emergenza a un visione di medio e lungo periodo per sostenere l’Ucraina”. E spiega, mettendo le mani avanti: “L’Ue non è un’alleanza militare, ma dobbiamo avere un’industria militare pronta: è il momento di passare da una modalità di emergenza a una visione di medio-lungo periodo”. Un cambiamento di metodo che passa dalla capacità di integrare a livello europeo la produzione militare, come sostiene il vicepresidente della Commissione Margrethe Vestager: “La nostra spesa per la difesa è destinata a troppi sistemi d’arma, acquistati principalmente al di fuori dell’Ue. Ora che i bilanci della difesa di tutti gli Stati membri sono in forte aumento, dobbiamo iniziare a investire meglio, il che significa soprattutto investire insieme e investire in Europa”.

Gli obbiettivi del nuovo piano per la difesa comune

Il nuovo piano riprende e amplia i due programmi Edirpa e Asap, attuati a partire dal 2023. Lo scopo del primo era quello di promuovere gli acquisti in comune, mentre il secondo mirava all’aumento della produzione di munizioni. Il principale obiettivo è quello di rafforzare la cooperazione fra Stati europei, motivo per cui verrà creato un organismo dedicato al coordinamento tra i paesi membri (in inglese, il Defense Industrial Readiness Board). Altro obiettivo è quello di incentivare il settore interno, promuovendo una sorta di Buy european. In questo senso, si vuole far raggiungere il 35% del valore complessivo del mercato europeo di armi entro il 2030 al commercio intraeuropeo. Sempre entro il 2030, gli appalti comunitari dovranno rappresentare il 50% degli appalti europei e i paesi membri dovranno appaltare in comune il 40% dell’equipaggiamento in difesa. Per il triennio 2025-2027 verranno stanziati 1,5 miliardi di fondi comunitari.

Michele Iozzino

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