La forza militare del “piccolo Califfato” di Sirte, in ogni caso, non era mai arrivata al livello di quella esibita in Siria e in Iraq, nonostante un discreto afflusso di volontari da tutta l’Africa settentrionale, e i legami con altri movimenti islamisti dell’area. Il numero di miliziani era stimato in poche migliaia, e la sua forza risiedeva essenzialmente nella incapacità delle fazioni libiche di riunirsi per fronteggiare il comune nemico. Secondo recenti analisi, il numero di bande armate in Libia supera le duecento sigle, il che, per un Paese di sei milioni di abitanti, è indubbiamente un record. Ed è stata proprio una di queste bande armate, la Brigata di Misurata, che dai tempi della rivolta contro Gheddafi è una delle più organizzate ed agguerrite, a guidare l’assalto a Sirte, in nome e per conto del nuovo governo. Assistite dal cielo da cacciabombardieri di provenienza “ignota” (ma è di questi giorni la notizia del dispiegamento di una seconda portaerei americana nei mari libici), le milizie di Misurata hanno impiegato pochi giorni per penetrare le difese dell’Isis ed entrare a Sirte, dove pare siano state accolte da una tenace ma sparuta resistenza, e dalla fuga di centinaia di jihadisti dello Stato Islamico, con le barbe rasate di fresco.
Entro due o tre giorni, sostengono le autorità di Tripoli, la città sarà completamente liberata. Il che fa sorgere spontanee due domande: se è bastato l’intervento delle milizie di Misurata – che non sono un esercito regolare ma, appunto, una delle duecento bande armate che imperversano in Libia – non è che tutta questa vicenda del Califfato di Sirte è stata un po’ montata dai media occidentali? La seconda questione è meno retorica, e ha a che vedere con il futuro prossimo del Paese. Come si comporterà ora il governo di Tobruk, che controlla la Cirenaica e che sta facendo un palese ostruzionismo nei confronti del Governo di Unità Nazionale insediatosi pochi mesi fa a Tripoli? Anche perchè il leader militare della fazione di Tobruk, il Generale Haftar, controlla pur sempre quello che resta dell’esercito regolare libico, e gode del supporto non solo egiziano, ma anche franco-britannico.
Mattia Pase
1 commento
Per me c’è almeno un paio di errori in questo artico, gl’inglesi e francesi non supportano il generale Haftar solo Al Sisi lo supporta e sta combattendo i fratelli muslim, sarebbe un controsenso combatterli e inviarli più di mille blindati.
Bonanno sicuramente è stato ucciso per essere andato in Libia a trovare il Gen. Hftar. Nell’ incidente, poco chiaro, c’erano coinvolti anche due inglesi????? vedi anche reggeni e tutta la manfrina contro Al Sisi e i prof. di Cambridge che fanno sciena muta
Walter