Sgomento da parte degli agenti del centro di supervisione urbana di Nizza: “E’ la prima volta che ci chiedono di distruggere delle prove. Il centro di videosorveglianza e la città di Nizza potrebbero essere perseguiti per questo e d’altronde gli agenti che hanno in carico il dispositivo non hanno le competenze per compiere tale operazione”, spiega una fonte citata da Le Figaro. L’ordine sembra peraltro in controtendenza con l’operazione di recupero di 30mila ore di videosorveglianza che sta gestendo proprio la Sdat e che è tuttora in corso. Insomma, l’antiterrorismo chiede di distruggere i video che proprio ora sta a sua volta scaricando per proseguire le indagini. Un bel rompicapo.
Ma come si giustifica la richiesta di cancellazione dei video? Da Parigi spiegano che “questa cosa è stata fatta in questo caso preciso per evitare la diffusione incontrollata e non supervisionata di tali immagini”. Insomma, si vorrebbe evitare di vedere le immagini della strage su YouTube, preda del voyeurismo degli utenti, ma anche degli stessi jihadisti che potrebbero farne video di propaganda. Intento nobile, ricordando anche l’indegna compravendita di filmati relativi alla strage dello scorso novembre. Fatto sta che la richiesta ha sorpreso in molti. In ogni caso l’avvocato della municipalità di Nizza ha chiesto alla procura di “mettere sotto sequestro” le immagini, dando vita di fatto a un braccio di ferro con l’antiterrorismo dagli esiti tutt’altro che scontati.
Giorgio Nigra
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