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Drag queen per reclutare soldati, veterani della Marina Usa in rivolta: “Str**zate malate”

by Valerio Savioli
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drag queen marina

Roma, 6 mag – La notizia, di cui recentemente abbiamo parlato, dell’arruolamento da parte della Marina militare americana come Navy digital ambassador del drag queen non binario Joshua Kelley, in arte Harpy Daniels, non è stata presa bene da tutti.

Drag queen per reclutare soldati? L’indignazione da chi è stato in prima linea

Non riesco a credere che abbia combattuto per queste stronzate!”. Non si dà pace Robert O’Neill, uno dei componenti della squadra di Navy Seal – le truppe speciali più celebri d’America, la cui fondazione fu voluta da J.F. Kennedy – che eliminarono Osama Bin Laden. L’indignazione del membro delle squadre speciali americane è stata raccolta e diffusa dal The Federalist. O’Neill da veterano pluridecorato e membro dei Seal per ben otto anni ha fatto trasparire tutto il suo sconcerto con un tweet: “Bene. La Marina degli Stati Uniti sta ora utilizzando un marinaio arruolato Drag Queen come reclutatore. Ho finito. La Cina ci distruggerà. […] Non posso credere di aver lottato per queste stronzate.”

Al di là delle relative capacità militari di Usa e Cina, dove è ancora evidente la predominanza della prima, le parole di O’Neill vanno lette anche in chiave politico-ideologica: da una parte un drag queen viene usato per attrarre nuove reclute, dall’altra non ci si fa remore, da parte dello Stato, a incoraggiare la mascolinità tra i più giovani.

Tanti i militari di alto grado indignati

O’Neill non è il primo militare di spessore a prendere posizione sul testimonial drag queen e condannare pubblicamente la pericolosa china dell’esercito americano; prima di lui, tra gli altri, il colonnello in pensione Kurt Schlichter: “Mio padre dell’attuale Marina sarebbe rimasto inorridito, ma poi era in una Marina che vinceva le guerre e non faceva scontrare le navi l’una contro l’altra.” Anche Ronny Jackson, ammiraglio in pensione, ora nelle file dei repubblicani texani, ha cinguettato il suo disgusto: “Chi sulla TERRA sarebbe persuaso a unirsi [all’esercito] dopo aver visto i video di drag di Kelley. La MALATA MALATA MALATA agenda woke di Biden per le nostre esigenze militari deve FINIRE ORA !!”

Con tutta probabilità Ronny Jackson fa riferimento al DEI Program (con DEI che sta per diversità, equità e inclusione), una direttiva recentemente adottata dall’esercito americano, le cui linee guida ricalcano i principi del politicamente corrretto.

Agenda Woke anche tra le forze armate

Gli alti apparati militari statunitensi sono già stati pesantemente criticati con l’accusa di aver adottato entro le forze armate l’agenda woke, una scelta che, all’insegna dell’inclusione e della diversità anteporrebbe i principi politicamente corretti, a spesa dei contribuenti, rispetto a quelli tradizionali della preparazione militare. Una china che secondo i repubblicani andrebbe ad inficiare pesantemente le capacità operative militari, già fiaccate dalle polemiche scaturite dalle controverse imposizioni pandemiche. 

Valerio Savioli

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