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E il Parlamento francese divenne un pollaio

by Adriano Scianca
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philippelerayParigi, 12 ott – Maschilismo, becerume, sciovinismo. Quante ne abbiamo sentite in questi anni per denunciare la deriva sottoculturale berlusconiana del Paese e della politica, convinti che all’estero si avesse ben altra considerazione del “corpo delle donne”, per citare il titolo di un documentario figlio esattamente di questo tipo di mentalità.

Eppure proprio dalla Francia – una delle nazioni in cui spesso ha trovato asilo politico il ceto medio riflessivo in fuga dalla cafonaggine di casa nostra – giunge una polemica sul presunto maschilismo della classe politica

Tutto accade martedì 8 ottobre, nel corso di una seduta notturna dell’Assemblée nationale a proposito della riforma delle pensioni. Véronique Massonneau, deputata ecologista, sta esponendo la propria dichiarazione di voto quando dai banchi del centrodestra giunge distintamente l’imitazione del verso di una gallina: “Coccodé!”. L’autore della presa in giro è Philippe Le Ray, deputato dell’Ump, il partito di Sarkozy, uno che di pollai se ne intende venendo da un’azienda agricola.

La deputata ecologista è incredula, si interrompe e sbotta: “Basta, non sono mica una gallina!”. Da banchi di centrodestra se la ridono, il presidente richiama i parlamentari all’ordine e sospende la seduta.

Ben presto lo scherzo viene bollato come sessista e il deputato burlone finisce per essere dipinto come un misogino razzista. Dopodiché arriva anche la sanzione ufficiale, ovvero la multa pari un quarto dell’indennità parlamentare per un mese. I media transalpini ripescano vecchie immagini di altre battute simili, per chiedersi se il Parlamento non sia altro che una vecchia caserma sullo stile delle commediacce… all’italiana.

Chissà che sarebbe successo se avessero anche avuto Berlusconi…

Giuliano Lebelli

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