Come mai Elon Musk non piace ai gendarmi del pensiero unico? Lasciamo in sospeso la domanda e riproponiamo ai lettori questo articolo pubblicato lo scorso novembre [IPN]
Roma, 2 nov – Leggere Junger e rifilare sberle al progressismo politicamente corretto. Tutto si può dire di Elon Musk tranne che sia un tipo convenzionale. Ciò non significa che le uscite social dell’uomo più ricco del pianeta siano da considerare per forza di cose rilevanti e meritevoli di elogi. Di sicuro però certe sue frecciate al compassato mondo dei buoni sono degne di nota e ci strappano qualche sorriso. La differenza tra il CEO di Tesla e altri celebri paperoni, a cui in un modo o nell’altro viene spesso paragonato – Bill Gates e Jeff Bezos in particolare – è forse tutta qua.
Eppure qualcosa ci dice che l’imprenditore sudafricano è ancor meno banale di quanto si possa pensare limitandosi a scrutare da lontanissimo il suo patrimonio netto (secondo le ultime stime di Forbes è attualmente pari a 271,3 miliardi di dollari, maggiore di quello di Bill Gates e Mark Zuckerberg messi insieme).
Elon Musk legge Junger
Insomma Elon Musk legge Ernst Junger e ne apprezza gli scritti, come infatti tiene a far sapere via Twitter. “Quasi finito Storm of steel (in italiano: Nelle tempeste d’acciaio, ndr) di Junger. Intenso. Ottimo libro”, cinguetta.
Dunque tra una missione nello spazio e l’altra, Musk rispolvera la vecchia carta stampata. Dedicandosi alla lettura del sublime romanzo in cui il grande autore tedesco ripercorre la sua esperienza di soldato durante il primo conflitto mondiale. Ed è lo stesso Musk a sfottere la giravolta dei comunisti di tutto il mondo uniti, con un meme piuttosto acuto e che si commenta da solo:
— Elon Musk (@elonmusk) October 18, 2021
La frecciata all’Onu
Nel frattempo il patron di Tesla trova pure il tempo per replicare alle Nazioni Unite, dicendosi disposto a sborsare 6 miliardi per sconfiggere la fame nel mondo. A patto però che l’Onu spieghi dove andrebbero a finire questi fondi e al contempo dimostri che la cifra in questione risolverebbe davvero l’atavico problema. Una bordata, quella di Musk, rifilata al direttore della Pam (Programma alimentare mondiale), David Beasley. Quest’ultimo ha infatti esortato, in un’intervista rilasciata alla Cnn, i paperoni del globo a devolvere “sei miliardi per aiutare 42 milioni di persone che rischiano di morire”.
Ma certo, “se le Nazioni Unite possono dire qui esattamente come si può sradicare la fame con 6 miliardi di dollari – ha detto Musk – venderò immediatamente azioni Tesla e lo farò”. E ancora, rivolto a Beasley: “Pubblica le tue spese attuali e proposte nel dettaglio, così le persone possono vedere esattamente dove stanno andando i soldi. La luce del sole è una cosa meravigliosa”.
Eugenio Palazzini
4 comments
non mi piace elon musk.
però ammetto che se davvero le sue idee sono quelle del commento a beasley…
da oggi non mi piace un pò meno.
Di letture girate “post” a proprio comodo, non penso proprio si possa farne qualcosa… C. rischia questo porcello? In prima persona mai nulla ed è bene chiedersi perché.
Poi ci sono i comunisti russi del KPRF che odiano i gay come Stalin (chad) ma dettagli.
[…] Una seconda definizione, che ricorre nel dipingere i paperoni di nuova generazione, contribuisce a dare un tocco di sciamanesimo alla capacità di accumulare miliardi grazie all’innovazione tecnologica: è quella di «visionario». Il «visionario» Jobs, che nel suo garage avrebbe posto le basi dell’impero Apple. Il visionario Musk, con le sue dichiarazioni impertinenti che si spingono fino a citare Nietzsche e Jünger. […]