Roma, 16 ago – Come in tante nazioni dell’Africa, anche in Nigeria la rete di produzione e distribuzione dell’energia elettrica è in condizioni di estrema arretratezza, tanto che il 47% dei residenti non ha accesso all’elettricità e il rimanente 53% soffre per i frequenti black out che si verificano periodicamente. Una drammatica carenza infrastrutturale il cui costo annuale è stimato all’incirca in 28 miliardi di dollari, pari al 2% del Pil, e che impedisce all’economia locale di decollare: per le imprese non è facile operare, con conseguenze a cascata visto che la crescita del settore manifatturiero e dei servizi è essenziale per eliminare la povertà. Al momento molte aziende per poter lavorare usano costosi generatori diesel che, oltre ad avere un peso finanziario non indifferente, creano anche inquinamento e per tale motivo non possono rappresentare una soluzione di lungo periodo. Questo fatto non è passato inosservato né al governo nigeriano e tantomeno alla Banca Mondiale che, di recente, ha approvato un prestito da 750 milioni di dollari proprio per aiutare la Nigeria a sviluppare la propria rete elettrica.
Un prestito per la rete elettrica della Nigeria
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