Roma, 10 dic – “L’Estonia ha iniziato a separarsi dalla Russia attraverso un recinto di filo spinato”. L’annuncio è del capo della Guardia di frontiera della Repubblica di Estonia, Egert Belichev. Attualmente sono in corso i lavori sui primi otto chilometri. La lunghezza totale del confine tra Estonia e Russia è di 338 chilometri, di cui 135 via terra, 126 per laghi e 176 per fiumi. “La metà delle strade di accesso e un chilometro di recinzione sono pronte. Ci sono elementi che devono essere aggiunti, ma la recinzione è già in piedi”, spiega il funzionario estone. “Nell’ambito del programma di sviluppo della frontiera, saranno costruite tutte le infrastrutture necessarie: strade per il pattugliamento, sistemi di comunicazione, elettricità e fognature”, precisa Belichev.
L’Estonia intende proteggersi così
Per meglio controllare il vicino russo, sarà installato un sistema di sicurezza elettronico con telecamere a circuito chiuso e sensori protetti da una recinzione alta 90 metri con filo spinato per 2,5 km. E’ previsto anche l’utilizzo di droni. Sul posto, per verificare l’avanzamento dei lavori, si è recato anche il ministro dell’Interno estone, Alar Lahnemann. “Questa recinsione ha un significato simbolico e politico molto grande”, ha dichiarato. “Stiamo parlando del confine orientale dell’Unione Europea e della Nato, tutti comprendiamo che un confine ben organizzato, dotato dei mezzi tecnici necessari e tenuto sotto protezione è molto importante per vivere in sicurezza in Estonia ed in Europa”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente estone, Kersti Kaljulaid, che nei giorni scorsi aveva rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui affermava la necessità di “rafforzarsi per contenere la Russia”. L’opera costerà circa 130 milioni di euro e avrebbe dovuto essere già completata nel 2018, poi la scadenza è stata prorogate prima al 2021 e poi 2025. Chissà se un recinto in filo spinato basterà a fermare la presunta minaccia della Russia, che per la verità in tempi recenti non ha mai dimostrato una particolare attenzione nei confronti del vicino Paese baltico.
Lorenzo Berti
2 comments
Ma chi vi s’incula.
Se i mugiki ci vogliono andare (perchè poi?) usano i carri armati.