Roma, 10 dic – Hanno fatto il giro del mondo le immagini dello stadio Parco dei Principi di Parigi, durante la partita di Champions League Psg-Basaksehir, dove il quarto uomo Sebastian Coltescu avrebbe rivolto parole razziste nei confronti di un assistente tecnico della squadra turca che si trovava in panchina. La partita è stata interrotta per questo presunto «insulto razzista» (negru, «nero» in rumeno). La Uefa ha aperto un’inchiesta sulla vicenda. Una procedura quasi superflua dal momento che la stampa mainstream e i principali commentatori si sono subito affrettati a pronunciare il verdetto di colpevolezza nei confronti di Coltescu. La partita, recuperata il giorno dopo, ha visto i giocatori inginocchiarsi attorno al cerchio di centrocampo come ormai di consueto accade dopo ogni gesto considerato razzista.
Jorge Jesus: “Se dici la stessa cosa su un bianco non è razzismo”
Sui fatti accaduti durante il match, valido per la qualificazione agli ottavi di finale di Coppa Campioni, è intervenuto senza mezze misure l’allenatore del Benfica, Jorge Jesus: “Va molto di moda parlare di razzismo, ma io come libero cittadino ho il diritto di pensarla alla mia maniera. Per esprimere un giudizio completo dovrei sapere cosa è successo esattamente ieri a Parigi, ma diciamo che oggi qualsiasi cosa dici su un nero viene sempre presa come un segnale di razzismo“.
Non le manda certo a dire il tecnico portoghese, ai giornalisti e ai ben pensanti politically correct, e aggiunge: “Ma se dici la stessa cosa su un bianco, allora non è razzismo. Ormai nel mondo ha preso piede un certo tipo di onda“. Per fortuna, anche nel mondo dello sport, ci sono uomini liberi che hanno il coraggio di esprimersi andando contro la deriva accusatoria secondo cui ogni gesto fatto nei confronti di una persona di colore è automaticamente bollato come razzista.
Nicolò Pastino
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