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Così l’Etiopia prova a ridurre le importazioni

by Giuseppe De Santis
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Roma, 11 ott – Negli ultimi anni l’economia dell’Etiopia ha conseguito più che lusinghieri ritmi di crescita. Questo, tra le altre cose, grazie anche alla realizzazione di vari parchi industriali costruiti per attirare industrie tessili e di lavorazione della pelle. I potenziali investitori devono tuttavia fare spesso i conti con la carenza di valuta pregiata estera, causata dal fatto che l’Etiopia continua a importare massicciamente sia beni che servizi. Una circostanza che rende parecchio difficile per le imprese ottenere le risorse di cui necessitano per acquistare macchinari e altre attrezzature.

Come l’Etiopia prova a ridurre le importazioni

Una situazione che, per ovvi motivi, rischia di divenire insostenibile già nel breve/medio termine. Da qui l’attivismo del governo per arrivare a produrre in loco acciaio, carbone, fertilizzanti e altri derivati dell’oro nero così da ridurre le relative importazioni.

Leggi anche: Un piano decennale nel futuro dell’Etiopia

Di recente nella parte orientale della nazione del corno d’Africa sono stati individuati importanti e promettenti giacimenti di gas e petrolio. Le autorità dell’Etiopia stanno inoltre incentivando la costruzione di diversi impianti per la produzione di fertilizzanti. Alla fine del 2022 copriranno l’intero fabbisogno del Paese, permettendo di risparmiare quasi 500 milioni di dollari l’anno. Gli idrocarburi scoperti non saranno usati soltanto per produrre fertilizzanti ma anche carburanti. Difficile che Addis Abeba raggiunga l’autosufficienza nel settore, ma il contributo a ridurre gli squilibri della bilancia commerciale si farà sicuramente sentire già entro pochi anni.

Altre interessanti scoperte fatte di recente riguardano depositi di minerali di ferro, localizzati in diverse regioni. L’esecutivo è in trattative con svariati investitori stranieri per costruire acciaierie in queste parti della nazione, che potrebbero portare a risparmi stimati fino a un miliardo di dollari l’anno. Questo grazie anche all’utilizzo di carbone estratto in loco e proveniente sempre da giacimenti appena individuati.

Giuseppe De Santis

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