“Tourist go home” è la scritta minacciosa che si legge su tanti muri di Barcellona, vergata a bomboletta da una popolazione stufa dei disagi: dagli ingorghi all’abusivismo, la pazienza dei residenti sembra ormai aver raggiunto il limite. Il malgoverno del fenomeno certamente non aiuta a regolare la convivenza, tanto che alcune delle scritte poco ospitali hanno pure un corollario: “Refugees welcome“, a dire che in Catalogna preferiscono i rifugiati (o sedicenti tali) ai turisti.
Ma quanto vale il settore? I turisti in Spagna rappresentano il 12% del Pil nazionale, hanno in parte aiutato il paese – la cui attrattività per i vacanzieri di tutto il mondo è nota – ad uscire dalla crisi finanziaria, contribuendo a ridurre una disoccupazione che aveva toccato vette insostenibili. E’ vero, la ricchezza che deriva dall’afflusso continuo e sregolato di milioni di persone in più ogni anno non è ben distribuita e si teme, almeno per le grandi città, la ‘sindrome Venezia’, ovvero centri storici abbandonati dai locali per far posto ad attività commerciali, autobus scoperti, alloggi più o meno in regola. Ma l’idea che mettere rifugiati al posto dei turisti possa aiutare a risolvere il problema è quantomeno bizzarra.
Nicola Mattei
2 comments
Facciamo uno scambio, i turisti che rifiutano vengano in Italia così danno una bel volano all’economia. A Barcellona invece diamogli tutti i loro amichetti negri e pezzenti di ogni continente. A loro arriveranno degrado e criminalità, terrorismo e inculamenti vari! E vadano a fanculo!
Purtroppo mancano buoni psichiatri ed abbondano i dementi. Barcellona e la sua popolazione è famosa per amare solo se stessa….