Roma, 25 sett – Nella cucina di un piccolo appartamento a nord di Parigi è stata ritrovata l’opera Il Cristo deriso del pittore fiorentino Cimabue. La proprietaria di casa, un’anziana, teneva il quadro appeso in cucina e non aveva idea di trovarsi di fronte ad un’opera di tale valore, tanto che verrà venduta all’asta il 27 ottobre in Francia tra i 4 e i 6 milioni di euro. E alla notizia Vittorio Sgarbi chiede allo Stato di acquistare il prezioso artefatto.
“Lo Stato ha il dovere di comprarlo”
“Due anni fa, quando apparve il dipinto di Leonardo Il Cristo Benedicente Salvator Mundi, venduto all’asta a 450 milioni di dollari, l’Italia non diede un segno di vita. In questo caso sarebbe giusto che intervenisse: l’opera non solo ha un’importanza per la rarità d’autore ma perché la sua quotazione, benché in un mercato internazionale, sarà meno alta di quella di Leonardo. Anche se dovesse salire intorno ai 10 milioni di euro, lo Stato avrebbe il dovere di comprarlo” dichiara Vittorio Sgarbi. L’opera è probabilmente parte di un dittico risalente al 1280 in cui erano rappresentati su otto pannelli di dimensioni simili scene della Passione di Cristo.
“Dalle immagini che ho visto è un’attribuzione condivisibile, molto vicino a quello che sappiamo di Cimabue” insiste Sgarbi. “Turquin è un uomo molto d’impatto, che ha un grande estro della comunicazione. Ha avuto, qualche anno fa, la felice intuizione sul Giuditta e Oloferne di Caravaggio”. Un caso che “fece molto parlare”.
Il caso del Salvator Mundi
La paura, poi, è che la preziosa opera di Cimabue faccia la fine del già citato Salvator Mundi di Leonardo: definito il “quadro più costoso del mondo”, venduto dalla casa d’asta Christie’s dopo una concitata contrattazione di 20 minuti, tenutasi telefonicamente. L’acquirente era il Louvre di Abu Dhabi. E adesso se ne sarebbero perse le tracce: una grande ferita per il patrimonio storico e artistico italiano. E del mondo.
Ilaria Paoletti